A
a - Prima lettera di ogni alfabeto che si rispetti.
E' la più semplice e naturale espressione degli organi vocali umani, e ha una
varietà di suoni a seconda del piacere e delle esigenze del locutore. Nei
trattati di logica A serve per le affermazioni e B per le negazioni: dato che
le prime sono di regola menzognere, la bilancia sembrerebbe pendere in favore
dell'innocenza di B se non fosse per il fatto che le negazioni sono
notoriamente false.
abada (s.m.) - Animale africano munito di tre corna,
due sulla testa e uno sulla nuca, che serve per appendere la carcassa come
trofeo dopo che la testa è stata asportata. Nelle varietà non usate dall'uomo
per la caccia, il terzo corno è imperfettamente sviluppato
o manca del tutto.
abbandonare (v. tr.) - Fare un piacere a qualcuno,
liberandolo della vostra presenza. Parlando di una signora il termine
«abbandonata» va inteso di norma nel senso di imprudente.
abbietto (agg.) - Dicesi di persona che non si è mai
macchiata della colpa di possedere redditi, patrimoni e vestiti eleganti.
«In modo abbietto»: alla maniera di una persona
povera ma onesta.
abbondanza (s.f.) - Condizione che permette di
rifiutare, grazie alla Provvidenza, l'elemosina al povero.
abderiano (agg.) - Dicesi di riso sciocco e
dissennato, in quanto pare che Democrito, filosofo sciocco e dissennato, sia
appunto nato ad Abdera, da dove non valeva davvero la pena di importare tale
termine.
abdest - Cerimonia maomettana per cui si inspira
acqua dal naso prima di emettere preghiere dallo stomaco.
abdicazione (s.f.) - Cessione di corona in cambio di
cappuccio monacale, allo scopo di raccogliere tibie e unghie di santi. Volontaria
rinuncia a qualcosa di cui siamo stati privati con la forza.
Abbandono del potere regale per la soddisfazione di
assistere alla sconfitta del proprio successore. (Per le precedenti definizioni
si ringraziano vari re di Spagna.)
Abeliani (s.m.) - Setta religiosa africana che
seguiva i precetti di Abele. Sfortunatamente gli Abeliani erano contemporanei
ai Cainiani, e sono ora estinti.
aberrazione (s.f.) - Dicesi di qualsiasi deviazione
dalle abitudini mentali che ci sono proprie, anche se insufficiente per
costituire in sé e per sé una prova indiscussa di follia.
abilità (s.f.) - L'abilità consiste comunemente in
un alto grado di solennità. E' peraltro qualità molto apprezzata, perché non è
compito facile essere solenni.
abiurare (v. tr.) - Fare il primo passo verso un
felice ritorno.
ablativo (agg.) - Caso della declinazione latina.
L'ablativo assoluto è un'antica forma di errore grammaticale, particolarmente
apprezzato dagli studiosi moderni.
abominevole (agg.) - La qualità delle opinioni
altrui.
aborigeni (s.m.) - 1. Persone premurose che non
disturbano i futuri lessicografi, i quali non dovranno darsi la pena di
descriverle.
2. Persone di scarsa rilevanza che si trovano a
ingombrare le terre di un paese di recente scoperta, ma presto cessano di
ingombrarle per limitarsi a fertilizzarle.
abuso (s.m.) - Si parla di abuso di potere quando
l'autorità viene esercitata in modo a noi sgradito.
accademia (s.f.) - In origine, boschetto in cui i
filosofi cercavano un significato nella semplicità della natura; oggi, scuola
in cui i sempliciotti cercano un significato nella filosofia.
acclimatato (agg.) - Ormai immune da malattie
endemiche dopo essere stato condotto alla tomba da una di queste.
accuratezza (s.f.) - Qualità del tutto priva di
interesse, rigorosamente esclusa dalle asserzioni degli esseri umani.
accusare ( v. tr.) - Dichiarare le colpe e i difetti
di qualcun altro, specialmente per giustificarsi di avergli fatto torto.
accusatore (s.m.) - Ex amico; persona a cui si è
reso almeno un importante servizio.
acefalo (agg.) - Imbarazzante condizione di quel tal
crociato che distrattamente cercò di ravviarsi i capelli qualche ora dopo che
la scimitarra di un saraceno gli era passata - come riferisce De Joinville -
attraverso il collo.
acrobata (s.m.) - Uomo che si rompe la schiena per
riempirsi la pancia.
adagio (s.m.) - Saggezza ridotta all'osso per chi
non ha quasi più denti.
addome (s.m.) - Santuario che racchiude l'oggetto
della più sincera devozione dell'uomo. Il tempio del dio Stomaco, al cui culto
sono dediti, tributandogli i dovuti omaggi, tutti gli uomini dabbene. Da parte
della donna l'antica fede riceve soltanto un timido assenso. Anch'esse talvolta
officiano al suo altare, ma con cuore tiepido e scarsa convinzione, non conoscendo
la reverenza
dovuta all'unica divinità che gli uomini realmente
adorino. Se le donne avessero campo libero nei mercati mondiali, la razza umana
diventerebbe erbivora.
adolescente (s.m.) - Dicesi di chi sta lentamente
guarendo dall'infanzia.
Adone (nome proprio m.) - Un bel ragazzo ricordato
soprattutto per la sua scarsa cortesia nei confronti di Venere e ingiustamente
criticato in questo senso da chi dimentica che ai suoi tempi le dee si
trovavano a pochi soldi la dozzina.
adorare (v. tr.) - Venerare aspettandosi qualcosa in
cambio.
affermare (v. tr.) - Fare dichiarazioni con serietà
sospetta, quando non si è proprio costretti a screditarsi del tutto con un
giuramento.
affezionato (agg.) - Dicesi di chi ha la tendenza a
diventare molto noioso. La creatura più affezionata del mondo è un cagnolino
bagnato.
aforisma (s.m.) - Saggezza predigerita.
aiutare (v. tr.) - Aumentare il numero degli
ingrati.
alba (s.f.) - L'ora di andare a letto per gli uomini
ragionevoli. Certi vecchi invece preferiscono alzarsi a quell'ora, fare un
bagno freddo e una lunga passeggiata a stomaco vuoto e mortificare la carne in
altro modo. Essi attribuiscono con orgoglio a queste sane abitudini il loro
vigore e l'età raggiunta. In realtà sono ancora vivi e vegeti non in virtù, ma
a dispetto delle loro abitudini. La ragione per cui si trovano soltanto persone
molto robuste che abbiano adottato tale linea di condotta è che tutti gli altri
che ci hanno provato sono morti.
albero (s.m.) - Pianta di forma allungata di cui la
natura ci ha provveduti nella sua generosità, perché potessimo servircene come
strumento di pena. Ora, a causa del declino delle nostre istituzioni legali, ci
dà pochi frutti o addirittura nessuno; ma, quando viene coltivato
adeguatamente, l'albero risulta un benefico elemento di civilizzazione e un
importante fattore di pubblica moralità. Nelle rudi praterie del West e
nell'aristocratico Sud, i suoi frutti (rispettivamente bianchi e neri) sono
assai graditi al gusto della
popolazione, anche se non sono commestibili, e molto
vantaggiosi per il benessere generale, benché non vengano esportati.
album (s.m.) - Strumento di tortura al quale le
nostre amiche ci crocifiggono fra due ladroni.
alienato (p.p.) - Termine legale che indica la
condizione di infermità mentale in cui ci si trova il momento prima di
commettere un delitto.
Allah (nome proprio m.) - L'ente supremo dei
maomettani, da non confondersi con quello dei cristiani, degli ebrei, eccetera.
alleanza (s.f.) - Nel diritto internazionale
significa l'unione di due ladri che hanno ficcato le mani nelle tasche l'uno
dell'altro così a fondo che, separatamente, non riuscirebbero più a derubare
una terza.
allegoria (s.f.) - Metafora in tre volumi e una
tigre.
alligatore (s.m.) - Coccodrillo americano superiore
sotto ogni punto di vista ai coccodrilli delle fatiscenti monarchie del vecchio
mondo.
- allocuzione (s.f.) - Discorso formale, in genere
rivolto a persona in possesso di qualcosa da parte di qualcuno che vuole averne
almeno una fetta.
alluvione (s.f.) - Un superiore grado di umidità.
alone (s.m.) - Sta a indicare esattamente
quell'anello luminoso che circonda i corpi celesti, ma non è infrequente che
sia confuso con «aureola» o «nembo» o qualche altro fenomeno del genere che
santi e divinità usano per ornarsi la testa. L'alone è semplicemente
un'illusione ottica, dovuta all'umidità dell'aria, allo stesso modo
dell'arcobaleno; mentre l'aureola viene conferita quale segno di superiore
santità, come la mitria vescovile e la tiara pontificia. Nel dipinto della
Natività di Szedgkin, un pio artista di Pest, non soltanto la Vergine e il
Bambino sono circonfusi dall'aureola, ma anche un asino che mastica il fieno
dalla Sacra Mangiatoia viene adornato alla stessa maniera e, sia detto a suo
onore imperituro, porta l'insolita dignità conferitagli con autentica santa
grazia.
altare (s.m.) - Luogo sul quale anticamente il
sacerdote interrogava le viscere della vittima sacrificale per trarne gli
auspici e ne cuoceva le carni per gli dei. Parola oggi poco usata, se non in
riferimento al volontario sacrificio della libertà e della pace compiuto da due
stolti individui di sesso diverso.
altezzoso (agg.) - Altero e sdegnoso, come per
esempio un cameriere.
ambasciatore (s.m.) - Ministro d'alto rango
mantenuto da un governo nella capitale di un altro paese perché possa ubbidire
ai capricci di sua moglie.
ambidestro (agg.) - Capace di rubare con tutte e due
le mani.
ambizione (s.f.) - Desiderio irresistibile di essere
vilipeso in vita dai nemici e deriso dopo la morte dagli amici.
amicizia (s.f.) - Una nave abbastanza grande per
portare due persone quando si naviga in buone acque, ma riservata a una sola
quando le acque si fanno difficili.
ammettere (v. tr.) - Confessare. L'ammissione delle
altrui colpe è uno dei più nobili doveri a noi imposti dall'amore per la
verità.
ammiraglio (s.m.) - Parte della nave da guerra che
ha il compito di dare ordini, mentre il compito di pensare è delegato alla
testa di legno intagliata nella prua.
ammirazione (s.f.) - La nostra cortese ammissione
che un'altra persona ci somiglia.
ammirevole (agg.) - Quello che faccio bene io, da
non confondere con quello che fai bene tu.
amnistia (s.f.) - La magnanimità dello Stato nei
confronti di quei malfattori che sarebbe troppo costoso punire.
amore (s.m.) - Parola inventata dai poeti per far
rima con cuore.
amore coniugale - Erotismo che viene perversamente
deviato verso la propria moglie.
angoscia (s.f.) - Malattia che si contrae davanti
allo spettacolo continuato della prosperità di un amico.
animale (s.m.) - Organismo che richiede un gran
numero di altri animali per il proprio sostentamento, dimostrando così in modo
inoppugnabile quanto siano generosi i disegni della Provvidenza nel
preservare la vita delle sue creature.
anno (s.m.) - Una serie di trecentosessantacinque
delusioni.
anormale (agg.) - Non conforme alla media. Nel campo
del pensiero e dell'azione essere indipendente equivale a essere anormale, ed
essere anormale equivale a essere detestato.
antagonista (s.m.) - Persona indotta dalla sua
stessa malvagia natura a negare i nostri meriti o a esibirne di personali di
gran lunga superiori.
anticamera (s.f.) - Luogo di penitenza in cui si
sconta in anticipo la colpa di avere avanzato la propria candidatura a una
carica pubblica.
antipatia (s.f.)- L'ispira l'amico dell'amico.
apatico (agg.) - Sposato da sei settimane.
apostata (s.m.) - Dicesi di una sanguisuga che,
penetrata sotto il guscio di una tartaruga, scopre che l'animale è morto da
tempo e ritiene conveniente interessarsi a una tartaruga più giovane.
appetito (s.m.) - Un istinto saggiamente fornito
dalla Provvidenza per risolvere i conflitti sociali.
applauso (s.m.) - L'eco di un luogo comune.
arbitrato (s.m.) - Rimedio patentato da usarsi
quando i rapporti internazionali si surriscaldano, in sostituzione
dell'antiquato sistema di versar sangue. Ne consegue che il partito sconfitto
ha due o tre nazioni da odiare invece di una, con grandi vantaggi per la pace nel
mondo.
architetto (s.m.) - Persona che disegna un progetto
della vostra casa e progetta disegni sul vostro denaro.
arcivescovo (s.m.) - Dignitario ecclesiastico che
batte in santità di un punto il semplice vescovo.
ardore (s.m.) - Qualità che contraddistingue una
passione amorosa priva di adeguata conoscenza del suo oggetto.
arena (s.f.) - Nel gergo politico, luogo immaginario
dove l'uomo di Stato ingaggia una lotta all'ultimo sangue con la sua
reputazione.
aria (s.f.) - Sostanza nutritiva fornita dalla generosità
della
Provvidenza per ingrassare i poveri.
aristocrazia (s.f.) - Governo dei migliori. La
parola è ormai fuori uso come la forma di governo cui si riferisce. Gli
aristocratici si riconoscono dal cappello piumato e dalla camicia pulita; sono
anche colpevoli di avere una certa istruzione e forse addirittura un conto in
banca.
armatura (s.f.) - Abito che si indossa se il proprio
sarto è un fabbro.
arrestato (p.p.) - Colto sul fatto senza danaro
sufficiente a tacitare il poliziotto.
arringa (s.f.) - Il discorso di un nostro
avversario, detto in tal caso «arringoutang».
arte (s.f,) - Parola che non ha nessuna definizione.
aspettativa (s.f.) - Lo stato o condizione di
spirito che, nel processo delle emozioni umane, è preceduto dalla speranza e
seguito dalla disperazione.
assente (agg.) - Soggetto agli attacchi degli amici
e dei conoscenti; diffamato; calunniato; denigrato in tutti i sensi e in ogni
occasione. Ha, purtroppo, sempre e inevitabilmente torto.
assetato di sangue - Maniaco che spreca scioccamente
il sangue, mentre probabilmente sarebbe tanto buono da bere.
associazione (s.f.) - L'atto di unire parecchie
persone in un organismo fittizio chiamato corporazione allo scopo di
alleggerirle della responsabilità per le loro azioni.
assoluto (agg.) - 1. Sul piano filosofico è qualcosa
che esiste senza riferimento ad alcunché e per scopi deplorevolmente egoistici.
Assoluta certezza significa in genere un discreto grado di probabilità.
2. Indipendente, irresponsabile. Dicesi della
monarchia, in cui il sovrano può fare tutto quello che gli aggrada, almeno
finché ciò gli viene consentito dagli attentatori. Tali istituzioni sono
tuttavia oggi più rare, essendo sostituite da monarchie costituzionali dove la
facoltà del sovrano di fare del bene (o del male) è rigorosamente limitata,
oppure da repubbliche, governate dal caso.
assurdità (s.f.) - Argomentazione di un avversario.
Affermazione o
principio manifestamente contrario alla propria
opinione.
astinente (agg.) - Dicesi di persona debole che non
sa resistere alla tentazione di negarsi un piacere. L'astinenza totale viene
raggiunta soltanto quando ci si astiene da tutto, tranne che dalla astinenza
stessa e dalla non ingerenza negli affari altrui.
astuzia (s.f.) - Facoltà che distingue gli animali o
le persone deboli da quelle forti.
attendente (s.m.) - Nel linguaggio militare è un
ufficiale, di grado inferiore, in perenne movimento, la cui funzione è quella
di distogliere l'attenzione dal suo comandante.
attore (s.m.) - Venditore di emozioni già confezionate,
che ci disprezza a causa dei nobili sentimenti di cui quotidianamente si nutre
e che noi disprezziamo per la natura malsana della sua dieta.
attrazione (s.f.) - Influenza che tende a stabilire
rapporti di simpatia fra le cose. Ce ne sono di vari tipi, fra cui la più
famosa è l'attrazione esercitata dalla gravità. Nelle donne, comunque,
quest'ultima qualità è notevolmente inferiore al fascino della vivacità.
attrice (s.f.) - Donna il cui nome risulta
contaminato perché ricorre troppo spesso sulle nostre labbra.
audacia (s.f.) - Una delle più notevoli qualità
dell'uomo quando è in una posizione inattaccabile.
autentico (agg.) - Vero al cento per cento, secondo
l'opinione di qualcuno.
avaro (agg.) - Smodatamente desideroso di conservare
ciò che altre brave persone vorrebbero tanto ottenere.
avorio (s.m.) - Materia gentilmente fornita dalla
natura per fare palle da biliardo. Di solito lo si miete nella bocca degli
elefanti.
avversario (s.m.) - Un mascalzone che si permette di
avere le nostre stesse aspirazioni.
avversione (s.f.) - 1. Uno dei gradi della
disapprovazione per ciò che non viene capito appieno.
2. Quel che si prova per il piatto dopo che se n'è
mangiato il contenuto (vero, signora?).
***
B
Bacco (nome proprio m.) - Divinità di comodo, inventata
dagli antichi come scusa per ubriacarsi.
baionetta (s.f.) - Strumento usato per sgonfiare
l'orgoglio di una nazione.
bandito (s.m.) - Persona che toglie con la forza ad
A quello che A ha preso con l'inganno a B.
banditore (s.m.) - Uomo che proclama a suon di
martellate il furto che ha appena commesso con la sua parlantina.
barba (s.f.) - I peli che di solito si tagliano
coloro che giustamente esecrano l'assurda usanza cinese di radersi il cranio.
barbiere (s.m.) - (In latino "barbarus",
selvaggio, derivato dalla parola "barba".) Un selvaggio le cui
sevizie inflitte alle guance passano in seconda linea se confrontate al ben più
grave tormento della sua conversazione.
bardo (s.m.) - Persona che compone versi. La parola
è uno dei tanti pseudonimi con cui il poeta cerca di nascondere la propria
identità e sfuggire al vituperio.
barometro (s.m.) - Ingegnoso strumento che serve a
indicare i mutamenti di tempo già avvenuti.
basso (agg.) - Lo è ciò che caratterizza le ragioni
degli altri.
bastonare (v. tr.) - Ammonire, protestare o
persuadere a colpi di bastone.
bastone (s.m.) - Oggetto adatto ad ammonire il
calunniatore benevolo e l'avventato rivale.
battaglia (s.f.) - Metodo per sbrogliare coi denti
un nodo politico per cui la lingua non basta.
battesimo (s.m.) - Rito sacro di tale efficacia che
chi si ritrova in Paradiso senza esservi stato sottoposto sarà infelice per
sempre.
battezzare (v. tr.) - Infliggere con grandi
cerimonie un nome a un
povero bambino incapace di difendersi. Il rito
richiede fra l'altro che il bambino venga bagnato in modo che il nome gli si
appiccichi.
bebé (s.m.) - Viene così chiamata quella creatura
informe, senza età, sesso e stato sociale, la cui particolare prerogativa è
costituita dalla violenza dei sentimenti di amore e di odio che scatena negli
altri, senza coinvolgimento alcuno da parte sua.
belladonna (s.f.) - In italiano è una bella signora;
in inglese un veleno mortale. Esempio particolarmente calzante della
fondamentale identità di queste due lingue.
bellezza (s.f.) - Il mezzo con cui una donna
conquista l'amante e terrorizza il marito.
benefattore (s.m.) - Colui che acquista
ingratitudine all'ingrosso, senza tuttavia alterarne il prezzo che rimane
sempre alla portata di tutti.
benevolenza (s.f.) - Versare cinque dollari a un
ospizio di carità per l'assistenza a un vecchio nonno e pubblicarlo sul
giornale.
bigamia (s.f.) - Errore nel valutare i propri gusti
che il senno di poi punirà con una pena chiamata trigamia.
bigotto (s.m.) - Chi resta ostinatamente fedele a
un'opinione che non condividete.
biografia (s.f.) - Tributo letterario che un
mediocre paga a un grand'uomo.
bocca (s.f.) - In un uomo, l'ingresso all'anima; in
una donna, lo sbocco del cuore.
botanica (s.f.) - Scienza che studia i vegetali,
commestibili e non commestibili. Si occupa soprattutto di fiori mal disegnati,
maleodoranti e dai brutti colori.
botto (s.m.) - Il grido di un fucile.
braciola (s.f.) - Un pezzo di cuoio attaccato con
grande arte a un osso e ammannito ai pazienti nei ristoranti.
Brahma (nome proprio m.) - Creatore degli Indù, i
quali vengono salvati da Visnù e distrutti da Siva: esempio di divisione del
lavoro assai più razionale di quella in auge presso le divinità di altre
nazioni.
brandy (s.m.) - Mistura composta di una parte di
tuoni e fulmini, due parti di efferato assassinio, una di morte e dannazione,
due di Satana distillato e due di imprecazioni. Tra parentesi, è piuttosto
buono.
bruto (s.m.) - Vedi la voce "marito".
bruttezza (s.f.) - Dono che gli dei fanno a certe
donne, e che rende possibile la virtù senza l'esercizio dell'umiltà.
buddismo (s.m.) - Un'assurda forma di eresia
perversamente praticata da circa tre quarti della razza umana.
budino di crema - Disgustosa sostanza risultante da
una malevola congiura della gallina, della mucca e del cuoco.
busta (s.f.) - E' la bara di un documento, il fodero
per una fattura, il guscio di un mandato di pagamento e la camicia da notte di
una lettera d'amore.
***
C
cacciatore di dote - Uomo senza sostanze che una
donna ricca riesce a catturare facendogli a malapena grazia della vita.
calamità (s.f.) - Le calamità sono di due tipi: la
nostra sfortuna e la fortuna degli altri.
calunniare (v. tr.)- 1. Attribuire malignamente a un
altro le azioni criminose che non si ha ancora avuto la tentazione o
l'opportunità di commettere.
2. Parlare di un uomo e giudicarlo quando lui non ti
può mettere le mani addosso.
calunniatore (s.m.) - Diplomato alla scuola della
maldicenza.
campagna (s.f.) - Zona periferica popolata da
quaglie, trote, daini e contadini ben armati. Si tratta di una plaga romantica
in cui ancora aleggia l'età dell'oro, come nella verde primavera della terra,
quando Virgilio cantava e gli dei si mescolavano agli uomini e alle vergini.
Campi Elisi - Paradiso degli antichi. Non c'è niente
di più ridicolo di questa rozza concezione. Al posto di nubi dorate, arpe,
corone e grandi troni bianchi, c'erano campi, boschetti, ruscelli, fiori e
templi. I Campi Elisi sono un esempio manifesto della congenita inferiorità
dell'immaginazione pagana nei confronti della cultura cristiana.
candidato (s.m.) - 1. Chi, su richiesta degli amici,
acconsente con riluttanza a sacrificare i suoi interessi privati per il bene
pubblico. Questa parola ha la stessa radice di "candido" e
"candito", e originariamente significava bianco. In un primo tempo si
era avanzata l'ipotesi che si trattasse di un'allusione al sistema ateniese di
conferire un incarico per mezzo di una pallina bianca, ma successivamente le
ricerche di quell'eminente filologo che è il professor Ned Townsend hanno
dimostrato che la parola deriva dall'antico costume secondo il quale
l'aspirante a cariche politiche distribuiva dolciumi.
2. Un gentiluomo troppo modesto per accettare gli
onori della vita privata e che ricerca con ostinazione la confortevole oscurità
dei pubblici uffici.
cane bastardo - Il rango più basso nella gerarchia
dei cani.
cannibale (s.m.) - Un gastronomo della vecchia
scuola che conserva gusti semplici e rimane fedele alla dieta naturale del
periodo anteriore alla macellazione del maiale.
cannone (s.m.) - Strumento impiegato per la
rettifica dei confini nazionali.
canonizzare (v. tr.) - Prendere un peccatore morto e
tirarne fuori un santo.
capitale (s.f.) - La sede del malgoverno.
carattere tipografico - Minuscolo ma pestilenziale
pezzetto di metallo, in grado, a quanto si sospetta, di distruggere la civiltà
e il progresso, anche se in certi casi può avere un ruolo positivo (si veda ad
esempio il suo contributo a questo incomparabile dizionario).
carità (s.f.) - Un'amabile disposizione dell'animo
che induce a perdonare negli altri i peccati e i vizi cui siamo dediti noi
stessi.
carne (s.f.) - Seconda persona della Trinità
secolare: la prima e la terza sono rispettivamente il Mondo e il Diavolo.
carnefice (s.m.) - Persona che fa del suo meglio per
eliminare i guasti della vecchiaia e ridurre le probabilità di annegamento.
carogna (s.f.) - Cibo per i vermi; il prodotto
finito di cui noi siamo la materia prima; il contenuto del Taj Mahal, della
tomba di Napoleone e del monumento al presidente Grant. Tale prodotto è
solitamente superato in durata dal contenitore che lo ospita, ma anche
quest'ultimo è destinato a ridursi in polvere. Costruire una tomba per se
stessi è, di conseguenza, l'operazione più sciocca cui un essere umano possa
dedicarsi: tutto lo sforzo e la magnificenza di questo mondo, lungi dal
renderla più dignitosa, non fanno che accentuarne la prevedibile futilità.
carrozza da nolo - Tormentoso veicolo in cui un
pirata vi fa sobbalzare per vie traverse fino a condurvi nel luogo sbagliato,
dove vi deruberà.
casa (s.f.) - 1. Costruzione cava eretta per essere
abitata da uomini, topi, scarafaggi, mosche, zanzare, pulci, bacilli e microbi.
2. L'ultimo rifugio, aperto tutta la notte.
catechismo (s.m.) - Una scelta di indovinelli
teologici in cui dubbi universali ed eterni vengono risolti con risposte
limitate ed evasive.
cavatappi (s.m.) - L'equipaggiamento indispensabile
di un gentiluomo che viaggia con bagaglio leggero.
cavillatore (s.m.) - Chiunque critichi il nostro
lavoro.
cavolo (s.m.) - Ortaggio familiare ai nostri orti e
alle nostre cucine, grosso e saggio all'incirca quanto la testa di un uomo.
cenare (v. intr.) - Mangiare lentamente un ricco
pasto in buona compagnia. Si distingue dalla pura e semplice nutrizione.
Infatti durante la cena lo stomaco non si preoccupa di chiedere alla mano che
cosa gli stia offrendo.
cenobita (s.m.) - Uomo pio che devotamente si
allontana dal mondo per meditare sul peccato della malvagità e che, per
tenerselo bene a mente, entra a far parte di una comunità dove abbondano i
pessimi
esempi.
cenotafio (s.m.) - Una tomba da cui è assente il
corpo, che vive altrove.
censore (s.m.) - Funzionario di certi governi che ha
il compito di far sparire le opere di genio. Presso i Romani il censore era un
ispettore della morale pubblica, ma la morale pubblica delle nazioni moderne
non tollera ispezioni.
centauro (s.m.) - Appartenente a una razza che
preesisteva all'odierna suddivisione del lavoro. Seguace dell'antica massima
economica «Ogni uomo sia cavallo di se stesso». Fra loro il migliore fu Chirone
che alla saggezza e alle virtù del cavallo univa la velocità dell'uomo.
Cerbero (nome proprio m.) - Il cane da guardia
dell'Ade che aveva il compito di sorvegliare l'entrata non si sa bene contro
chi o che cosa. Tutti quanti prima o poi dovevano andarci e nessuno ha mai
cercato di portarsi via la porta di ingresso. E' noto che Cerbero aveva tre
teste e alcuni poeti gliene hanno attribuito addirittura un centinaio. Il
professor Graybill, la cui opinione trova grande credito per la sua dotta
erudizione e la profonda conoscenza del greco, giunge a una media di
ventisette, un giudizio che sarebbe stato decisivo se il professor Graybill
avesse saputo qualcosa a) di cani, b) di aritmetica.
cervello (s.m.) - Organo con cui pensiamo di
pensare. Distingue l'uomo che si accontenta di "essere" qualcosa da
quello che desidera "fare" qualcosa.
chiacchierare (v. intr.) - Commettere un peccato
senza sufficiente tentazione, ubbidendo a un impulso senza uno scopo preciso.
chiaroveggente (s.m. o f.) - Persona, di solito
donna, dotata della facoltà di vedere ciò che il suo cliente non vede, cioè
anzitutto che è uno stupido.
chiesa (s.f.) - Luogo in cui il pastore adora Dio e
le donne adorano il pastore.
chiromanzia (s.f.) - Secondo la classificazione del
Mimbleshaw, è il novecentoquarantasettesimo metodo per ottenere denaro altrui
con l'inganno, e consiste nella lettura del carattere mediante una
decifrazione delle linee che si formano nella mano.
In effetti non si può negare a tale sistema una base scientifica, dato che in
ciascuna delle mani che vengono profferte a tale scopo può leggersi
distintamente la parola «gonzo». L'impostura consiste nel fatto che tale parola
non viene letta a voce alta.
ciarlatano (s.m.) - Assassino sprovvisto di licenza
di uccidere.
cinese (s.m.) - Un lavoratore che ha la colpa di
essere docile, abile, laborioso, frugale e sobrio e di cui richiediamo per
legge l'interdizione al lavoro. La sua fatica offre infinite prospettive di
impiego ai bianchi. Lo squallore della sua povertà, che gli viene imputata come
vizio congenito, non suscita compassione ma risentimento.
cinico (s.m.) - Mascalzone che, a causa di un
difetto alla vista, vede le cose come realmente sono e non come dovrebbero
essere. Di qui l'abitudine diffusa fra gli Sciti di strappare gli occhi al
cinico per migliorarne la visione.
circo (s.m.) - Luogo in cui è consentito a cavalli,
ponies ed elefanti di vedere uomini, donne e bambini fare i pagliacci.
circolo (s.m.) - Associazione maschile dedita
all'ubriachezza, all'ingordigia, all'ilarità blasfema, al delitto, al
sacrilegio e alla sistematica denigrazione di mogli, madri e sorelle.
circonlocuzione (s.f.) - Artificio letterario per
mezzo del quale uno scrittore che non ha nulla da dire lo comunica gentilmente
al lettore.
citazione (s.f.) - Ripetizione erronea di parole
altrui.
civetta (s.f.) - Dicesi di ragazza vanesia, sciocca
e imprevidente che, dopo averci tenuto in prova a lungo, finisce con lo
scegliere un altro.
clarinetto (s.m.) - Strumento di tortura praticato
da chi ha preventivamente imbottito le proprie orecchie di cotone. Ci sono solo
due strumenti più esiziali di un clarinetto: due clarinetti.
cleptomane (s.m.) - Un ladro ricco.
clinico (agg.) - Relativo a un letto. Una lezione di
clinica medica consiste in una conferenza su una certa malattia, illustrata
esibendo un paziente il cui male è stato espressamente provocato a questo
scopo.
coda (s.f.) - Un animale ha la coda quando una parte
della sua spina dorsale decide di prescindere dalle sue congenite limitazioni e
di assumere un'esistenza indipendente in un mondo tutto suo.
collaboratore (s.m.) - In campo giornalistico,
dicesi di chi arricchisce il cestino per la carta straccia e mantiene il
direttore sempre provvisto di francobolli che egli pensa bene di accludere
nella busta per il ritorno al mittente dei suoi servigi rifiutati.
colpa (s.f.) - La condizione di chi ha commesso
apertamente un'imprudenza, da non confondersi con lo stato di colui che è
riuscito a nascondere le proprie tracce a occhi indiscreti.
colpevole (s.m.) - Trattasi sempre di un'altra
persona.
cometa (s.f.) - Ottima scusa per rimanere fuori la
notte fino a tardi e per ritornarsene a casa ubriachi al mattino.
commercio (s.m.) - Transazione finanziaria in cui A
ruba a B i beni di C e per compenso B sottrae a D il denaro appartenente a E.
commestibile (agg.) - Buono da mangiare, sano e
digeribile come un verme per un rospo, un rospo per un serpente, un serpente
per un maiale, un maiale per un uomo e un uomo per un verme.
compendio (s.m.) - Breve sunto di opera letteraria
altrui nel quale le parti che contraddicono le opinioni del curatore vengono
omesse per mancanza di spazio.
complice (s.m.) - Persona che si associa a un'altra
in un atto criminoso, avendone piena coscienza e corresponsabilità, come ad
esempio l'avvocato che difende un delinquente sapendolo colpevole. Questa
definizione non riscuote l'approvazione degli avvocati anche perché nessuno ha
finora offerto loro un congruo onorario per ottenere tale approvazione.
complimento (s.m.) - Un prestito che dà un
interesse.
comprensione (s.f.) - Secrezione cerebrale che mette
in grado chi ne sia provvisto di distinguere una casa da un cavallo mediante
l'esame del tetto. La sua natura e le sue leggi sono state esaurientemente
spiegate da Locke, che cavalcava una casa, e da Kant, che abitava in un cavallo.
compromesso (s.m.) - La composizione di un conflitto
di interessi che dà a entrambi i contendenti la soddisfazione di pensare di
aver ottenuto qualcosa di insperato, e di perdere soltanto entro i limiti
del dovuto.
concerto (s.m.) - Forma di intrattenimento allo
scopo di umiliare i bambini per mezzo di strilli più forti.
concessione (s.f.) - Metodo che consiste
nell'abbassare le proprie difese per suscitare nell'avversario un'incauta
fiducia.
conciliazione (s.f.) - Come sopra.
concorrente (s.m.) - Quel miserabile bastardo che ci
mette i bastoni fra le ruote.
concupire (v. tr.) - Desiderare quello che il
legittimo proprietario tiene malignamente per sé.
conferenziere (s.m.) - Ha le mani nelle vostre
tasche, la lingua nelle vostre orecchie e molta fiducia nella vostra pazienza.
confessione (s.f.) - Sacramento per cui il sacerdote
si dispone a perdonare i peccati grossi in cambio del piacere di sentirsi
raccontare quelli piccoli.
confidente (s.m.) - Chi viene messo a conoscenza da
A dei segreti di B che gli sono stati a sua volta confidati da C.
confine (s.m.) - In politica, la linea immaginaria
fra due nazioni che separa gli immaginari diritti dell'una dagli immaginari
diritti dell'altra.
conforto (s.m.) - Stato d'animo provocato dalla
contemplazione delle difficoltà del nostro vicino.
congregazione (s.f.) - Gruppo di persone che si
assoggettano a un esperimento ipnotico.
congratulazione (s.f.) - La veste elegante
dell'invidia.
coniugale (agg.) - (dal latino "cum",
reciproco, e "jugum", gioco). Dicesi di un genere assai diffuso di
lavori forzati, cui si sottopongono due stolti quando si fanno mettere il giogo
da un curato.
conoscente (s.m.) - Persona che si conosce
abbastanza bene per poterle chiedere denaro a prestito, ma non sufficientemente
per potergliene prestare.
conservatore (s.m.) - Uomo politico affezionato ai
mali esistenti, da non confondersi col progressista che invece aspira a
rimpiazzarli
con mali nuovi.
consiglio (s.m.) - La più piccola moneta corrente.
consolazione (s.f.) - Consiste nel sapere che un
uomo migliore di te è anche di te più sfortunato.
console (s.m.) - Nella vita politica americana,
dicesi di una persona che, non essendo riuscita a farsi conferire una carica
dal popolo, ne riceve un'altra dall'amministrazione a patto che lasci il paese.
consultare (v. tr.) - Consiste nel richiedere
l'approvazione altrui in merito a una decisione già adottata.
contraffatto (agg.) - Simile nell'aspetto ma un po'
diverso nel merito.
controversia (s.f.) - Una battaglia in cui saliva o
inchiostro sostituiscono le troppo rischiose palle di cannone e le sconsiderate
baionette.
convento (s.m.) - Luogo di ritiro per signore che
desiderano poter meditare a loro agio sugli effetti letali dell'ozio.
conversazione (s.f.) - Una fiera dove si sfoggiano i
prodotti più vani dell'intelligenza, e in cui ogni espositore è troppo intento
a sistemare la propria merce per prestare attenzione a quella del proprio
vicino.
corda (s.f.) - Arnese piuttosto antiquato che serve
per ricordare agli assassini che anch'essi sono mortali.
cordialità (s.f.) - La capacità invidiabile di
assumere un atteggiamento gentile nei riguardi di chi sta per godere del
privilegio di essere raggirato.
coro (s.m.) - In un'opera lirica, una banda di
dervisci urlanti che terrorizzano gli spettatori mentre i cantanti prendono
fiato.
correttore di bozze - Malfattore che riscatta la
colpa di aver trasformato in perfetta idiozia i tuoi scritti permettendo al
tipografo di renderli incomprensibili.
corrotto (agg.) - In campo politico, lo è chiunque
goda i vantaggi di un certo credito.
corruzione (s.f.) - Ciò che permette a un
rappresentante del governo della California di vivere onestamente del proprio
stipendio
senza discutibili speculazioni.
corsaro (s.m.) - Uno statista dei mari.
coscienza (s.f.) - Stato morboso dello stomaco che
contagia la materia grigia del cervello e produce un conflitto mentale.
costrizione (s.f.) - L'eloquenza del potere.
cremazione (s.f.) - Procedimento attraverso il quale
le fredde carni dell'umanità vengono riscaldate.
cristiano (s.m.) - Persona convinta che il Nuovo
Testamento sia un libro ispirato da Dio e straordinariamente adatto alle
esigenze spirituali del suo prossimo.
Seguace degli insegnamenti di Cristo finché questi
non contraddicano i peccati cui indulge più volentieri.
critico (s.m.) - Persona che si vanta di essere
incontentabile perché nessuno si sforza di compiacerla.
cui bono - Espressione latina che equivale a dire:
«E a me che me ne viene?» culla (s.f.) - Tipo di truogolo in cui scuotiamo il
neonato della specie umana per tenerlo buono.
culto (s.m.) - Una diffusa forma di abiezione,
contenente una buona dose di orgoglio.
cultura libresca - Termine derisorio usato dallo
stupido per tutto il sapere che trascenda la sua impenitente ignoranza.
cuore (s.m.) - Muscolo abilitato a pompare
automaticamente il sangue. In senso figurato si suole dire che tale utile
organo sarebbe la sede delle emozioni e dei sentimenti: una delicata fantasia
che peraltro è solo il residuo di antiche e superate credenze. E' ormai ben
noto che sentimenti ed emozioni hanno la loro sede nello stomaco e derivano dal
cibo per azione chimica dei succhi gastrici. L'esatto processo per cui una
bistecca si tramuta in un sentimento (tenero o no a seconda dell'animale da cui
è stata tagliata), i successivi stadi di elaborazione per cui un sandwich al
caviale si trasforma in una fantasticheria bizzarra per poi riproporsi come
pungente epigramma, i mirabili metodi per la conversione di un uovo sodo in un
accesso di contrizione religiosa o di un bignè alla crema in un vago sospiro;
tutto questo è stato pazientemente verificato dal signor Pasteur e da lui
esposto con lucide e convincenti argomentazioni. (Si veda anche, di chi scrive,
"Dell'essenziale identità fra gli affetti
spirituali e certi gas intestinali prodotti dal processo digestivo", 487
p.p., in-quarto.) Nel trattato scientifico "Delectatio Demonorum"
(John Camden Hotton, London, 1873) tale teoria dei sentimenti riceve un'ottima
dimostrazione: per ulteriori letture si rimanda al famoso trattato del dottor
Dam, "L'amore come prodotto di macerazione alimentare".
Cupido (nome proprio m.) - Il cosiddetto dio
dell'amore. Questa creazione bastarda di una fantasia primitiva fu senza dubbio
inflitta alla mitologia come castigo per i peccati delle sue divinità. Di tutte
le creazioni improprie e sgradevoli questa è senza dubbio la più irragionevole
e offensiva. L'idea di simboleggiare l'amore sensuale per mezzo di un bambino
semi-asessuato, di paragonare le pene d'amore alle ferite di una freccia e di
fare entrare in opere d'arte questo omuncolo grassoccio rendendole così volgari
e grossolane, è ben degna dell'epoca che, dopo aver dato i natali a questo
Cupido, lo ha abbandonato sui gradini della posterità.
curiosità (s.f.) - Riprovevole disposizione della
mente femminile. Il desiderio di sapere se una donna è o non è tormentata dalla
curiosità è peraltro una delle passioni più intense e insaziabili dell'animo
maschile.
***
D
dandy (s.m.) - Dicesi di chi professa un'opinione
singolare dei propri meriti, accentuando la propria eccentricità con gli abiti.
danzare (v. tr.) - Saltellare su e giù al suono di
una musichetta facile, di preferenza con le braccia attorno alla vita della
moglie o della figlia del tuo vicino. Ci sono molti tipi di danza, ma tutti
quelli che richiedono la partecipazione dei due sessi hanno due caratteristiche
in comune: sono vistosamente innocenti e al contempo particolarmente amati dai
viziosi.
datario (s.m.) - Alto funzionario ecclesiastico
della Chiesa
Cattolica Romana, che ha l'importante funzione di
porre sulle bolle pontificie il sigillo con le parole «Datum Romae». Ne ricava
una rendita principesca e l'amicizia del Signore.
debosciato (s.m.) - Termine usato per designare chi
abbia perseguito il piacere con tanta assiduità che gli è capitata la sfortuna
di raggiungerlo veramente.
decalogo (s.m.) - Una serie di comandamenti, in
numero di dieci, sufficienti a concederci una certa libertà nella scelta di
quali osservare, ma non tanti da rendere la scelta imbarazzante. Segue
l'edizione aggiornata di parte del Decalogo, destinata a questo meridiano.
Non avrai altro Dio all'infuori di me.
Sarebbe troppo costoso averne di più.
Non nominare il nome di Dio invano.
Scegli il momento più opportuno per l'effetto.
Non lavorare affatto nella giornata di Sabato, ma
vai a vedere giocare la squadra di calcio.
Non baciare la moglie del tuo amico a meno che
questi non accarezzi la tua.
Non rubare.
Per avere successo negli affari è meglio
imbrogliare.
decesso (s.m.) - La morte di un personaggio
altolocato.
decidere (v. tr.) - Soccombere alla forza
soverchiante di chi ci influenza di più.
defraudare (v. tr.) - Offrire una preziosa occasione
di istruirsi e fare esperienza a chi si fida di noi.
degenerato (agg.) - Assai meno ammirevole dei suoi
antenati.
degradazione (s.f.) - Altro modo di definire il
progresso etico e
sociale di chi abbandona un'occupazione privata per
intraprendere la carriera politica.
deista (s.m.) - Così viene definito chi crede in
Dio, ma si riserva il diritto di adorare il Diavolo.
demagogo (s.m.) - Un avversario politico.
demente (s.m.) - Un uomo alle cui argomentazioni non
siamo in grado di rispondere.
denaro (s.m.) - Una benedizione che non ci è di
alcun vantaggio se non quando ce ne separiamo. E' una patente di cultura e un
passaporto per il bel mondo.
dentista (s.m.) - Un prestigiatore che, dopo aver
messo del metallo nella tua bocca, tira fuori monete dalle tue tasche.
deposito (s.m.) - Offerta caritatevole a favore di
una banca.
depravato (agg.) - La condizione morale di un
gentiluomo che sostiene un'opinione contraria alla nostra.
depressione (s.f.) - Particolare condizione di
spirito provocata da una barzelletta sul giornale, uno spettacolo comico o la
contemplazione del successo altrui.
derisione (s.f.) - L'argomento inefficace con cui
uno stolto immagina di avere trovato risposta al disprezzo del saggio.
destino (s.m.) - Misteriosa entità che dovrebbe
controllare tutte le sorti umane e che viene invocata soprattutto da chi
sbaglia per scusare il proprio insuccesso e dai tiranni per giustificare i
propri crimini.
destrezza (s.f.) - Fa le veci dell'intelligenza in
uno sciocco.
devozione (s.f.) - Leggera forma di aberrazione
mentale provocata da cause diverse; in amore da un surplus di pressione
sanguigna, in materia religiosa da dispepsia cronica.
diaframma (s.m.) - Membrana divisoria che separa i
disordini del petto da quelli dell'intestino.
diagnosi (s.f.) - Talento molto sviluppato fra i
medici che consiste nell'intuire l'entità del conto in banca del paziente in
modo da poter stabilire quanto a lungo debba essere ammalato.
diario (s.m.) - Documentazione quotidiana di una
parte della
propria vita che si può raccontare a se stessi senza
arrossire.
diavolo (s.m.) - Responsabile di tutte le nostre
pene e padrone di tutte le cose belle e allettanti di questo mondo. E' stato
creato dall'Onnipotente, ma è stato condotto sulla terra da una donna.
diceria (s.f.) - L'arma preferita dagli assassini
della reputazione altrui.
diffamare (v. tr.) - Mentire a proposito di qualcuno
e dire la verità a proposito di un altro.
dilettante (s.m.) - Pubblica calamità che scambia il
gusto con il talento e confonde la sua ambizione con le sue capacità effettive.
diluvio (s.m.) - Primo notevole esperimento di
battesimo che spazzò via i peccati (e i peccatori) dal mondo.
dimettersi (v. intr.) - Rinunciare a un onore per un
vantaggio, o rinunciare a un vantaggio per un vantaggio maggiore.
diplomazia (s.f.) - L'arte e il dovere di mentire
per il proprio paese.
direttore di giornale - Persona che assomma in sé le
funzioni giudiziarie di Minosse, Radamanto ed Eaco; uno che si può placare con
un modesto obolo; censore virtuoso e severissimo ma così caritatevole che
riesce sempre a tollerare le virtù degli altri e i suoi vizi personali; egli
scaglia intorno a sé tuoni, fulmini e ammonizioni finché somiglia più che altro
a un rotolo di petardi legato alla coda di un cane; e poco dopo magari intona
una ballata dolce e melodiosa, come il lamento di un asinello che rivolge la
sua preghiera alla stella vespertina. Signore dei Misteri e della Legge, issato
sull'alto trono del Pensiero e soffuso nel volto dagli splendori della
Trasfigurazione, gambe incrociate e un sorriso sotto i baffi, il Direttore
riversa la sua volontà sul giornale e poi lo taglia a strisce e a pezzetti
della lunghezza desiderata. Di tanto in tanto, dalle profondità dell'altare,
giunge la voce del Capo che richiede dodici centimetri di umorismo e sei righe
di meditazione religiosa, o comanda di eliminare la saggezza e di cucinare un
po' di pathos.
discendenza (s.f.) - Movimento verso il basso. Il
termine viene popolarmente usato per indicare che la generazione attuale è uno
scalino più in giù di quella che l'ha generata. In tal senso un
certo Darwin correttamente ipotizza la superiorità
delle scimmie nostre antenate in un malinconico trattato che si intitola
"The Descent of Man".
discriminare (v. tr.) - Notare i particolari per cui
una persona o una cosa è, se possibile, più riprovevole di un'altra.
discussione (s.f.) - Uno dei tanti metodi per
confermare gli altri nei loro errori.
diserzione (s.f.) - Avversione per il combattimento
che si dimostra abbandonando l'esercito e la moglie.
disonestà (s.f.) - Importante elemento per il
successo in affari cui le scuole commerciali non hanno ancora riconosciuto la
dovuta preminenza fra le materie di insegnamento, sostituendola indegnamente
con l'arte di scrivere. «La disonestà è la miglior linea di condotta.» (Nuovo
Testamento, San Giuda Iscariota, IXL, 29)
disonorevole (agg.) - Il comportamento
caratteristico e abituale di un rivale.
dispaccio (s.m.) - Resoconto dettagliato di tutti i
massacri, le violenze e gli altri atti repellenti commessi nel mondo intero,
quotidianamente diffuso dalle agenzie di stampa per l'edificazione e il
progresso dell'umanità.
disprezzo (s.m.) - Il sentimento che prova un uomo
prudente nei confronti di un nemico in posizione troppo temibile per poter
essere attaccato direttamente senza pericolo.
dissimulare (v. tr.) - Nascondere il proprio
carattere dietro un abito impeccabile.
dissotterratore di cadaveri - Dicesi di chi deruba i
vermi e procura ai giovani medici ciò che i loro colleghi più anziani hanno
fornito al becchino.
dittatore (s.m.) - Il capo di una nazione che
preferisce la calamità del dispotismo alla piaga dell'anarchia.
divinazione (s.f.) - Arte di ficcare il naso fra i
segreti dell'occulto; può realizzarsi in molte forme, grazie alle varietà
fruttifere dell'umana credulità e dabbenaggine.
divorzio (s.m.) - 1. Riassunzione di rapporti
diplomatici e rettifica dei confini.
2. Squillo di tromba che separa i contendenti e li
fa combattere a distanza.
dizionario (s.m.) - Maligno stratagemma letterario
per arrestare lo sviluppo di una lingua e renderla rigida e astratta. Il
presente dizionario è, comunque, una delle opere più utili che il suo autore,
il dottor John Satana, abbia mai prodotto. Ideato come un compendio aggiornato
e completo di tutto lo scibile, insegnerà come piantare un chiodo, riparare un
carro e fare domanda di divorzio. Ha lo stesso effetto del morbillo e ripulirà
la casa dai topi. E' letale per i vermi e fa piangere i bambini.
dolore (s.m.) - Stato d'animo particolare che può
essere di origine fisiologica, se il corpo subisce qualche malanno, o
psicologica, se ci tocca assistere alla fortuna di qualcun altro.
domestico (s.m.) - Persona che assumiamo perché
eserciti in casa nostra la funzione di padrone o padrona.
donna (s.f.) - Animale il cui habitat è generalmente
in prossimità di quello dell'uomo, suscettibile sia pure in modo rudimentale di
addomesticamento. Gli zoologi più antichi tendevano ad attribuirle un certo
grado di tradizionale domesticità, acquisito durante un precedente periodo di
cattività, ma gli studiosi del periodo postsusananthoniano * negano che tale
periodo sia mai esistito e sostengono che l'aggressività tipica della specie
risale all'alba stessa della creazione. E' senz'altro il più diffuso fra gli
animali da preda, e infesta tutte le parti abitate o abitabili del globo, dalle
profumate foreste della Groenlandia alle disadorne spiagge dell'India.
L'etimologia generalmente proposta ("donna", da "donnola")
è nettamente sbagliata; essa appartiene infatti all'ordine dei Felini, come
dimostrano i suoi movimenti flessuosi e aggraziati, specie nella varietà
americana ("Felis Pugnans"). L'animale mangia di tutto e con un po'
di buona volontà le si può insegnare a stare zitta.
* Riferimento a Susan Anthony, devota e fervida
leader di un gruppo religioso di Newport, la cui biografia fu narrata a mo' di
esempio edificante dal reverendo Hopkins (1810). (N.d.T.)
dote (s.f.) - L'esca che si infila all'amo
matrimoniale per pescare un uomo.
dottore (s.m.) - Un gentiluomo che prospera con le
malattie e muore con la buona salute.
dovere (s.m.) - Ciò che ci spinge inflessibilmente
in direzione del profitto, lungo la via del desiderio.
drago (s.m.) - L'attrazione principale nel serraglio
delle fantasie antiche. Sembra però che ne sia ormai fuggito.
drammaturgo (s.m.) - Viene così chiamato chi adatta
commedie dal francese.
duello (s.m.) - Cerimonia formale che introduce alla
riconciliazione di due nemici. Occorre una grande abilità per osservarne le
regole in modo soddisfacente; infatti, se eseguite in modo goffo, possono
talvolta derivarne le conseguenze più inaspettate e spiacevoli. Molto tempo fa
un uomo perse la vita in un duello.
***
E
eccentricità (s.f.) - Metodo per distinguersi così
facile che gli sciocchi vi ricorrono per accentuare la propria incapacità.
effettivamente (avv.) - Forse, probabilmente.
effetto (s.m.) - Il secondo di due fenomeni che
vanno sempre insieme nello stesso ordine. Il primo, chiamato causa, a quanto si
dice, genera l'altro. Concetto del tutto insensato, come se qualcuno, non
avendo mai visto un cane se non nell'atto di inseguire un coniglio, dichiarasse
che il coniglio è la causa del cane.
egalitarista (s.m.) - Il genere di riformatore
politico e sociale interessato a fare scendere gli altri al proprio livello più
che a sollevarsi a quello degli altri.
egocentrico (s.m.) - Persona dai gusti volgari, più
interessata a se stessa che a me.
egoismo (s.m.) - Padre di tutte le virtù.
egoista (s.m.) - Persona priva di considerazione per
l'egoismo
altrui.
eguaglianza (s.f.) - In campo politico è quella
condizione immaginaria in cui vengono contati i crani invece dei cervelli, il
merito è determinato dalla sorte e i castighi dalle promozioni. Traendone le
logiche conclusioni, il principio richiede che si passi per rotazione dalla
carica pubblica al penitenziario.
eguale (agg.) - Non peggiore di qualcos'altro.
elefante (s.m.) - Tipo ameno appartenente al regno
animale, provvisto di naso flessibile, ma con scarsa possibilità di
immagazzinaggio per i suoi denti.
elettore (s.m.) - Chi gode del sacro privilegio di
votare per l'uomo scelto da un altro.
elettricità (s.f.) - La forza che provoca tutti i
fenomeni naturali di cui non sapremmo trovare altre cause.
elezione (s.f.) - Semplice artificio mediante il
quale una maggioranza dimostra a una minoranza che sarebbe follia tentare di
resistere.
elogio (s.m.) - Apprezzamento riservato a chi gode i
vantaggi di essere ricco e potente, o il privilegio di essere morto.
eloquenza (s.f.) - Metodo per convincere gli
sciocchi. Quest'arte è comunemente raffigurata dall'immagine di un ometto calvo
che gesticola davanti a un bicchier d'acqua.
emancipazione (s.f.) - Fenomeno per cui uno schiavo
sfugge alla tirannia altrui per piegarsi al dispotismo del proprio ego.
emetico (agg. sost.) - Sostanza che suscita nello
stomaco un improvviso e vivace interesse per quel che succede di fuori.
emigrante (s.m.) - Un ingenuo convinto che un paese
possa essere migliore di un altro.
empietà (s.f.) - L'altrui irriverenza nei confronti
del mio dio personale.
entr'acte - Il momento di lucidità dell'attore,
durante il quale parla in modo sensato con il barista.
entusiasmo (s.m.) - Intemperanza giovanile curabile
con piccole dosi di pentimento collegate a un'intensa terapia di esperienza.
Eocene (s.m.) - Primo nell'ordine dei tre grandi
periodi in cui i geologi hanno diviso l'età del mondo. E' proprio nel periodo
dell'Eocene che si sono formate le barzellette che leggiamo ora sui giornali.
Epicuro (nome proprio m.) - Avversario di Platone,
filosofo astemio, che, sostenendo il piacere dovesse essere lo scopo principale
dell'uomo, non perdeva tempo nella gratificazione dei sensi.
epidemia (s.f.) - Malattia a tendenza sociale e
assolutamente sgombra da pregiudizi.
epidermide (s.f.) - Il sottile tegumento situato
immediatamente al di sopra della pelle e immediatamente al di sotto del
sudiciume.
epigramma (s.m.) - Breve e sarcastico motto in versi
o in prosa, spesso pieno di acidità e di acredine, qualche volta di saggezza.
Quelli che seguono sono un paio fra i più notevoli epigrammi del famoso e
geniale dottor Jamrach Holobom:
«Conosciamo i nostri bisogni meglio di quelli degli
altri. Servire se stessi comporta una notevole economia amministrativa.»
«Quando il tuo amico ti tiene ambo le mani nelle
sue, sei al sicuro, perché puoi tenerle d'occhio entrambe.» epitaffio (s.m.) -
Iscrizione tombale che dimostra chiaramente come le virtù acquisite con la
morte abbiano effetto retroattivo.
eremita (s.m.) - Persona i cui vizi e le cui follie
non sono di tipo socievole.
errare (v. intr.) - Credere o agire in modo
contrario alle nostre convinzioni e ai nostri atti.
erudizione (s.f.) - 1. Polvere di un vecchio libro
versata in un cranio vuoto.
2. Il tipo di ignoranza che distingue lo studioso.
esca (s.f.) - Ciò che rende l'amo più appetibile. Il
tipo di esca più efficace è rappresentato dalla bellezza.
escursione (s.f.) - Spedizione di carattere così
sgradevole che il costo dei biglietti del vapore e del treno viene
compassionevolmente abbassato per i malcapitati che vi partecipano.
esercito (s.m.) - Categoria del tutto improduttiva
che difende il suolo della patria divorando tutto ciò che potrebbe attirare un
nemico o fargli desiderare di invaderlo.
esofago (s.m.) - Quella parte del canale alimentare
che sta tra il piacere e la digestione.
esorbitante (agg.) - Oltre il limite del prezzo che
si può ottenere.
esoterico (agg.) - Dicesi di ciò che tende a essere
estremamente astruso e occulto. Gli antichi filosofi si dividevano in due
categorie: gli exoterici che potevano essere in parte compresi, sia pure solo
dai filosofi stessi, e gli esoterici che non potevano essere compresi da
nessuno. Sono questi ultimi quelli che hanno più profondamente influenzato il
pensiero moderno e trovato la più larga accoglienza ai giorni nostri.
espulsione (s.f.) - Rimedio patentato contro gli
eccessi di loquacità, molto in uso anche in caso di povertà estrema.
estero (s.m.) - «Trovarsi all'estero»: essere in
guerra con i selvaggi e gli idioti. Un francese all'estero è infelice; un
americano all'estero rende infelici gli altri.
esule (s.m.) - Persona che serve il proprio paese
risiedendo all'estero, pur non essendo ambasciatore.
età avanzata - Momento della vita in cui si chiude
un occhio sui vizi che ci si possono ancora concedere e si scagliano fulmini su
quelli che non si è più in grado di commettere.
etnologia (s.f.) - La scienza che studia le varie
tribù in cui è divisa l'umanità, come predoni, ladri, truffatori, stupidi,
lunatici, idioti ed etnologi.
eucalipto (s.m.) - Albero che occupa, nel regno
vegetale, l'alta e onorata posizione goduta, in quello animale, dalla puzzola.
La varietà più apprezzata è l'"Eucalyptus disgustifolium" il cui
valore medicinale è notevole: elimina infatti la felicità.
Eucarestia (s.f.) - Sacro rito della setta religiosa
dei Teofagi.
evangelista (s.m.) - Colui che diffonde la buona
novella, come per esempio, in senso religioso, colui che promette la nostra
salvezza e
l'irrevocabile dannazione del nostro vicino.
evoluzione (s.f.) - Il processo attraverso il quale
gli organismi più avanzati si sviluppano da quelli inferiori: ad esempio l'uomo
dal povero immigrato, il pubblico ufficiale dal capo delle guardie, il ladro dal
pubblico ufficiale, eccetera.
***
F
fagotto (s.m.) - Strumento in cui un mentecatto
soffia fino a scoppiare.
falce di luna - Lo si dice della luna nelle prime
fasi della sua periodica crescita, quando è troppo luminosa per i ladri e
troppo buia per gli amanti.
famiglia (s.f.) - Unità composta di individui che
vivono nella stessa casa. E' formata da marito, moglie, bambini, servi, cane,
gatto, uccellino, scarafaggi, cimici e pulci. Tutti a costituire insieme la
«base» della moderna società civile.
famoso (agg.) - Infelice in maniera cospicua.
fanciulla (s.f.) - Giovane appartenente al
cosiddetto sesso debole, dedita a comportamenti indecifrabili e a opinioni che
conducono alla follia e al delitto.
fanciullezza (s.f.) - Periodo di transizione nella
vita umana che sta fra l'idiozia dell'infanzia e la follia della giovinezza, a
due passi dalle colpe della maturità e a tre dai rimorsi della vecchiaia.
fantasma (s.m.) - Espressione materiale e visibile
di una paura interiore.
fare le condoglianze - Mostrare che la perdita di
una persona cara è un male minore rispetto al rituale del cordoglio.
fare una bevuta - Celebrare con cerimonie
appropriate la nascita di un fiero mal di testa.
farmacista (s.m.) - Complice del medico, benefattore
del becchino
e fornitore della famiglia dei vermi.
faro (s.m.) - Alta costruzione sulla costa del mare
dove il governo mantiene una lampada accesa e l'amico di un uomo politico.
farsa (s.f.) - Una breve commedia di solito recitata
dopo una tragedia allo scopo di aumentare la prostrazione dello spettatore
dotato di senso critico.
fauna (s.f.) - Nome generico per le varietà di
animali che infestano un determinato luogo, a eccezione degli animali
domestici, dei giardini zoologici e dei politicanti democratici.
fauno (s.m.) - Specie di divinità rurale della
mitologia latina. Mantenersi all'altezza della propria natura divina era per i
fauni quasi una sinecura: bastava avere orecchie puntute e "liaisons"
con le ninfe.
favola (s.f.) - Una piccola bugia per illustrare
qualche importante verità.
fazzoletto (s.m.) - Piccolo quadrato di seta o di
lino, usato per vari e ignobili servizi nella zona del viso; è particolarmente
utile ai funerali per nascondere la mancanza di lacrime.
fede (s.f.) - Credere senza prove a ciò che ci viene
detto da uno che parla senza cognizione di causa di cose senza paragone.
fedeltà (s.f.) - 1. Legame che tradizionalmente
sancisce i doveri di chi è tassato nei confronti di chi impone le tasse. Non
risulta che sia rovesciabile.
2. Virtù particolare che contraddistingue coloro che
stanno per essere traditi.
fegato (s.m.) - Organo di dimensioni rilevanti e di
colore rosso che la provvida natura ci ha cortesemente fornito per consentirci
di avere attacchi di bile.
felicità (s.f.) - Gradevole sensazione suscitata
dalla contemplazione delle miserie altrui.
ferrovia (s.f.) - Il più importante fra i vari
congegni meccanici che ci permette di fuggire da dove siamo per recarci in
luoghi dove non staremo affatto meglio.
fidanzati (s.m.) - La condizione di un uomo e di una
donna, che, piacendosi a vicenda e dispiacendo ai loro amici, sono ansiosi di
propiziarsi la simpatia generale.
filantropo (s.m.) - Vecchio signore ricco e
solitamente calvo, che si è allenato a fare un ghigno ogni volta che la
coscienza gli rimorde il portafoglio.
filosofia (s.f.) - Strada con molte diramazioni, che
conduce dal nulla a nessun posto.
fisiognomica (s.f.) - Arte di determinare il
carattere di un'altra persona esaminando le somiglianze e le differenze fra il
suo volto e il nostro, che naturalmente rappresenta il modello di ogni
eccellenza.
flauto (s.m.) - Una canna vuota e variamente
perforata, destinata alla punizione dei peccati. Colui che amministra tale
retribuzione è di solito un giovane dagli occhi giallastri e i capelli radi.
folle (agg. sost.) - Persona che domina il campo
della speculazione intellettuale e si propaga attraverso i canali di tutte le
più benemerite attività. Sa fare di tutto e si presenta in tutte le forme. E'
onnisciente, onnipotente e onnicomprensivo; è lui che ha inventato l'alfabeto e
la stampa, la ferrovia, il vapore, il telegrafo, i luoghi comuni e i circoli
scientifici. Ha creato il patriottismo e ha insegnato alle nazioni la via della
guerra. Ha fondato la teologia, la filosofia, la medicina, la legge e la città
di Chicago. Ha dato origine ai governi monarchici e repubblicani. Esiste da
sempre e per sempre. Nell'alba dell'umanità cantava su antiche colline; nel
meriggio dell'esistenza capeggiava l'avanzata del genere umano; la sua mano
materna ha dolcemente rimboccato le coperte della nostra declinante civiltà e
ora, nel crepuscolo, sta preparando il nostro ultimo pasto serale a base di
latte e di moralità, ed è pronto ormai a richiudere il coperchio della tomba
universale. E quando noi tutti ci saremo ritirati nella notte dell'eterno
oblio, instancabile, egli continuerà a lavorare, scrivendo una storia della
civiltà dell'uomo.
follia (s.f.) - Quel dono e facoltà divina la cui
creativa e sovrana energia ispira la mente dell'uomo, guida le sue azioni e
adorna la sua vita.
fonografo (s.m.) - Esasperante giocattolo che ridà
la vita a rumori morti.
forchetta (s.f.) - Strumento usato principalmente
allo scopo di
portare alla bocca cadaveri di animali.
«forma pauperis» - (Espressione latina) Alla maniera
di un povero. Metodo attraverso il quale un contendente che non ha di che
pagare gli avvocati ottiene il permesso di perdere la causa.
fotografia (s.f.) - Dipinto eseguito dal sole, nella
più totale ignoranza dei rudimenti dell'arte.
frammassoni (s.m. pl.) - Un ordine segreto provvisto
di riti clandestini, cerimonie grottesche e fantastici costumi, che,
originatosi durante il regno di Carlo Secondo fra gli artigiani londinesi, è
stato successivamente rafforzato con l'iscrizione retroattiva di migliaia di
trapassati provenienti dai secoli più remoti, finché è giunto ad abbracciare
virtualmente tutte le generazioni della specie umana da Adamo in poi, e sta
incominciando ad attirare qualche recluta anche fra gli abitanti del Caos e del
Vuoto informe precedenti alla creazione. A seconda dei casi, la fondazione
dell'ordine è stata attribuita a Carlo Magno, Giulio Cesare, Ciro, Salomone,
Zoroastro, Confucio, Thothmes e Budda. I suoi emblemi e simboli si sono
rinvenuti nelle catacombe parigine e romane, sulle pietre del Partenone e della
Muraglia Cinese, fra i templi di Karnak e di Palmira e nelle piramidi egiziane
- ma a scoprirle è stato sempre un massone.
frammento (s.m.) - Così si definisce, in campo
letterario, una composizione che l'autore non ha avuto l'abilità di finire.
fratricidio (s.m.) - L'atto di uccidere un somaro
per un po' di carne.
frode (s.f.) - La vita del commercio, l'anima della
religione, la lusinga del corteggiamento e la base del potere politico.
frumento (s.m.) - Cereale da cui si può ricavare,
con qualche difficoltà, del whisky decente, e che viene usato anche per fare il
pane. Pare che i francesi consumino più pane di qualsiasi altra popolazione, ed
è un fatto ben naturale, visto che sono i soli a saperlo rendere commestibile.
fuggire (v. intr.) - Sostituire ai rischi e agli
inconvenienti di una fissa dimora la confortevole sicurezza del viaggio.
funerale (s.m.) - Uno spettacolo con cui attestiamo
il nostro
rispetto per il morto arricchendo l'impresario delle
pompe funebri, e corroboriamo il nostro dolore con una spesa che rende più
profondi i nostri gemiti e raddoppia le nostre lacrime.
***
G
gabbare (v. tr.) - Assicurare gli elettori che, una
volta eletti, non si ruberà.
gastronomia (s.f.) - Arte e pratica domestica che
consiste nel rendere immangiabile ciò che era già indigeribile.
gatto (s.m.) - Un soffice indistruttibile automa cui
la natura ha riservato la prerogativa di essere preso a calci quando nella
cerchia domestica le cose vanno storte.
gazza (s.f.) - Uccello la cui disposizione al furto
ha suggerito a qualcuno l'idea che le si potrebbe insegnare a parlare.
gelosia (s.f.) - L'altra faccia dell'amore.
geloso (agg.) - Eccessivamente preoccupato di
conservare una cosa che si può perdere solo se non vale la pena averla.
gentile (agg.) - Esperto nell'arte e nella pratica
della dissimulazione.
genuflessione (s.f.) - Rito affidato agli arti
inferiori. Consiste nel piegare il ginocchio in segno di ringraziamento a Colui
che ha fatto il ginocchio in modo tale da rendere la posizione innaturale e
faticosa.
genuino (agg.) - Autentico, sincero, come una
genuina contraffazione, una genuina ipocrisia, eccetera.
geologia (s.f.) - Scienza che studia la crosta
terrestre, cui senza dubbio si aggiungerà lo studio della parte interna quando
un uomo uscirà fuori da un pozzo con la voglia di chiacchierare.
gergo (s.m.) - Il grugnito di uno zoticone dotato di
memoria uditiva. La sua parlata esprime con la lingua ciò che pensa con le
orecchie, e prova l'orgoglio del creatore mentre compie un'impresa
degna di un pappagallo.
ghigliottina (s.f.) - Ordigno che dà a un francese
ottime ragioni per scrollare le spalle.
ghinea (s.f.) - Moneta del valore di ventun scellini
che un tempo si coniava in Inghilterra, ed è ancora usata per calcolare gli
onorari di prestazioni professionali, tentativi di corruzione e altre
transazioni fra gentiluomini.
ghiottone (s.m.) - Persona che evita i rischi della
moderazione accettando quelli della dispepsia.
ginnasta (s.m.) - Uomo che ha il cervello nei
muscoli.
gioco d'azzardo - Passatempo il cui piacere consiste
in parte nella coscienza dei propri vantaggi, ma soprattutto nello spettacolo
delle perdite altrui.
gioco di parole - Ciò cui i saggi indulgono e gli
stolti vanamente aspirano.
giogo (s.m.) - Un attrezzo al cui nome latino,
"jugum", si deve, come ben sanno le signore, una delle parole più
illuminanti della nostra lingua; essa infatti definisce con rara precisione ed
efficacia la condizione matrimoniale.
gioia (s.f.) - Emozione che può essere suscitata nei
modi più svariati; uno dei gradi più alti di intensità che può raggiungere ha
comunque origine dalla contemplazione dell'altrui dolore.
giorno (s.m.) - Viene così chiamato quel periodo di
tempo composto di ventiquattro ore, in gran parte mal spese. Tale periodo si
suddivide in due parti, il giorno vero e proprio e la notte, o giorno
improprio: il primo è consacrato ai peccati d'ordine professionale, il secondo
a quelli d'altro genere. Ma bisogna dire che fra i due tipi di attività sociale
esistono continui scambi e sovrapposizioni.
Giove (nome proprio m.) - Mitico essere che Greci e
Romani assurdamente supponevano fosse il supremo reggitore dell'universo
(all'oscuro com'erano dell'esistenza della nostra santa religione).
giraffa (s.f.) - Animale che brama bagnare la sua
fronte febbricitante nelle brume di vertiginose altezze.
giuria (s.f.) - Gruppo di persone incaricate da una
corte di assistere i legali per impedire che la legge degeneri in atti di
giustizia.
giustizia (s.f.) - Un articolo che lo stato vende,
in condizioni più o meno adulterate, al cittadino, in ricompensa della sua
fedeltà, delle tasse e dei servizi resi.
gotta (s.f.) - Il nome che il medico dà ai
reumatismi di un paziente ricco.
governo (s.m.) - Un moderno Crono che divora i
propri figli.
grasso di balena - E' per la balena l'equivalente
della bellezza per la donna, cioè la ragione per cui le si dà la caccia.
gratitudine (s.f.) - Un sentimento che sta a metà
strada fra il beneficio ricevuto e quello previsto o atteso.
grazia (s.f.) - Atto mediante il quale si condona
una pena e si restituisce o si riconsegna l'imputato a una vita di delitti,
aggiungendo al fascino del crimine la tentazione dell'ingratitudine.
grembo (s.m.) - Uno dei più importanti organi
femminili, generosamente provvisto dalla natura per il riposo dei bambini; è di
particolare utilità nelle feste campestri, per reggere i piatti di pollo freddo
e le teste dei maschi adulti. Anche questi ultimi hanno un grembo rudimentale,
ma imperfettamente sviluppato e niente affatto utile al benessere della specie.
guerra (s.f.) - Un sottoprodotto della pace.
gurgule (s.m.) - Grondaia che sporge dai cornicioni
dei palazzi medioevali; di solito è modellata in forma di caricatura grottesca
di qualche nemico personale dell'architetto e del proprietario del palazzo.
***
I
idiota (s.m.) - Membro di una grande e potente tribù
che nel corso dei secoli ha sempre esercitato un dominio assoluto sulle vicende
umane.
idolatra (s.m.) - Chiunque professi una religione
che non condividiamo e la cui simbologia si differenzi nettamente dalla nostra.
idolo (s.m.) - Immagine o rappresentazione simbolica
di un oggetto di culto. Anche se alcuni idoli sono sufficientemente brutti per
essere divini, non è sostenibile che le immagini vengano idolatrate in sé e per
sé da tutte le popolazioni della terra. Va anzi precisato che gli onori
tributati agli idoli vengono giustamente deprecati dai veri credenti: costoro
ben sanno come un essere dotato di testa non possa essere onnisciente; se
provvisto di mani, non possa essere onnipotente; se collegato a un corpo, non
possa essere onnipresente. D'altronde, nessuna divinità, in qualche modo
contaminata dall'esistenza, potrebbe soddisfare pienamente le nostre esigenze.
idropisia (s.f.) - Malattia che rende le prospettive
di vita del paziente una specie di battaglia navale.
ieri (avv.) - L'infanzia per i giovani, la gioventù
per gli uomini maturi, l'intero passato per gli anziani.
illusione (s.f.) - La madre di una rispettabilissima
famiglia che comprende Entusiasmo, Affetto, Abnegazione, Fede, Speranza, Carità
e tanti altri bei figli e figlie.
illustre (agg.) - Dicesi di chiunque sia esposto
agli strali della malizia, dell'invidia e della calunnia.
imbalsamare (v. tr.) - Processo di conservazione
dell'umano prosciutto.
immacolata (agg.) - Lo è la fedina penale di chi non
è ancora stato beccato dalla polizia.
immaginazione (s.f.) - Un emporio di fatti sotto la
direzione congiunta di un poeta e di un bugiardo.
immodesto (agg.) - Lo si dice di chi abbia un'alta
stima dei propri meriti e scarsa considerazione per i meriti altrui.
immorale (agg.) - Non conveniente.
imparziale (agg.) - Incapace di prevedere un
vantaggio personale nel prendere partito e adottare le opinioni di uno dei
contendenti.
impenitente (agg.) - Chi si trova nella condizione
di spirito
intermedia fra il peccato e la sua punizione.
imperturbabile (agg.) - Dotato di grande forza
morale per sopportare le sciagure che affliggono un altro.
implacabile (agg.) - Colui che non può essere
placato se non da un'ingente somma di denaro.
implorare (v. tr.) - Chiedere qualcosa con
un'insistenza proporzionata alla convinzione che la cosa non verrà concessa.
impostore (s.m.) - Chi ci contende la scalata ai
pubblici onori.
imprevidenza (s.f.) - Il provvedere alle necessità
di oggi con le rendite di domani.
improvvisatore (s.m.) - Un tizio che è molto più
felice nel comporre poesie di quanto lo siano i malcapitati che devono
ascoltarlo.
imprudenza (s.f.) - Una particolare sorta di fascino
che conferisce maggior piacere al peccato e vale a mitigare la squallida
monotonia delle buone azioni.
impudenza (s.f.) - Figlia bastarda e deforme del
coraggio e della volgarità.
impunità (s.f.) - Ricchezza.
imputato (s.m.) - Termine giuridico per designare
quella persona così gentile che dedica tutto il suo tempo e le sue energie per
mantenere prospere le condizioni del suo avvocato.
inammissibile (agg.) - Da non prendersi in
considerazione. Lo si dice di deposizione che i giurati non sono autorizzati ad
accogliere e che quindi i giudici dichiarano inaccettabile, anche nei processi
a porte chiuse. Le testimonianze di seconda mano, basate sul sentito dire, sono
inammissibili, in quanto la persona citata non era sotto giuramento né può
essere portata in aula e sottoposta a interrogatorio; eppure quotidianamente si
intraprendono le più importanti azioni in campo politico, militare, economico,
eccetera, sulla base di dicerie riportate da varie fonti. Non c'è religione al
mondo, inoltre, che si basi su diverso fondamento. La rivelazione divina è
testimoniata solo da dicerie; che le Scritture siano l'autentica parola di Dio
è attestato soltanto da uomini morti e sepolti, la cui identità non è mai stata
regolarmente accertata, e che non risulta abbiano mai pronunciato giuramenti di
alcun tipo.
Nell'ambito delle leggi di questo paese, nessuna
delle affermazioni della Bibbia potrebbe risultare ammissibile in tribunale.
Non si può provare in alcun modo che la battaglia di Blenheim abbia veramente
avuto luogo, o che Giulio Cesare sia esistito, o che ci sia stato l'Impero
Assiro. D'altro canto, data l'abbondanza di testimonianze scritte, con tutti i
crismi della legge, si può facilmente provare che un tempo siano esistiti maghi
malvagi e potenti, che erano un vero flagello per l'umanità. Le prove (fra cui
la confessione) in base alle quali certe donne sono state accusate di
stregoneria e debitamente giustiziate erano e risultano tuttora
accettabilissime. Le decisioni dei giudici che le condannarono sono un modello
di logica e di procedura legale; nulla è mai stato abbondantemente provato da
alcun tribunale quanto le suddette accuse di stregoneria. Chiunque sostenga che
le streghe non sono mai esistite viene "ipso facto" a distruggere ogni
fondamento alle istituzioni legali e civili di questo paese.
inappuntabile (agg.) - Colui che non si fa scoprire.
incenso (s.m.) - In materia religiosa, un argomento
rivolto al naso.
inchiostro (s.m.) - Un disgustoso miscuglio composto
di acido tannico, ferro, gomma arabica e acqua, usato principalmente allo scopo
di facilitare la diffusione dell'idiozia e la promozione di crimini d'ordine
intellettuale.
incidente (s.m.) - Avvenimento inevitabile dovuto
all'azione di immutabili leggi naturali.
incompatibile (agg.) - Lo si dice di ciò che non può
coesistere con qualcos'altro. Due cose infatti si definiscono incompatibili
quando nel mondo c'è spazio per una e non per entrambe, come, per esempio, la
poesia di Walt Whitman e la misericordia di Dio verso gli uomini.
incompatibilità (s.f.) - In un matrimonio significa
avere gli stessi gusti, ad esempio il gusto del comando.
incomprensibilità (s.f.) - Uno degli attributi
principali della divinità e del poeta Welcker.
inconsolabile (agg.) - Colpito da un lutto molto
recente.
incoraggiare (v. tr.) - Confermare uno stolto nella
follia che
incomincia a costargli cara.
indifeso (agg.) - Incapace di attaccare.
indirizzo (s.m.) - Luogo in cui si ricevono le
costanti attenzioni dei creditori.
infedele (agg.) - A New York viene così definito chi
non crede in Cristo; a Costantinopoli, invece, chi ci crede.
infingardaggine (s.f.) - Fattoria modello dove il
Diavolo fa i suoi esperimenti gettando i semi di nuovi peccati e promuovendo la
crescita di vizi non ancora ben collaudati.
ingenuità (s.f.) - Qualità assai attraente che le
donne riescono a conquistare dopo lungo studio e intenso allenamento con gli
ammiratori maschi, i quali si compiacciono di credere che ciò somigli al
candore della loro giovinezza.
ingiustizia (s.f.) - Un peso che, fra tutti quelli
che addossiamo agli altri, o portiamo noi stessi, risulta leggerissimo quando
viene dalle nostre mani, e pesantissimo quando ci grava sulle spalle.
inglese (agg. sost.) - Una lingua così altezzosa e
riservata che ben pochi sono gli scrittori i quali riescano a
familiarizzarvisi.
ingrato (agg.) - Chi riceve un beneficio da parte di
un altro, o sia comunque oggetto di carità.
innocenza (s.f.) - Stato o condizione di un
criminale il cui avvocato sia riuscito a comprare la giuria.
inopportuno (agg.) - Ciò che non è stato calcolato
per favorire i nostri interessi.
insensatezza (s.f.) - Qualsiasi obiezione rivolta a
questo ottimo dizionario.
insolvente (agg.) - Privo di mezzi per pagare i
debiti. Quanto alla mancanza di volontà di pagarli, in campo commerciale essa
non viene definita insolvenza, bensì lungimiranza.
insulto (s.m.) - Motto di spirito cui non si riesce
a rispondere.
intelligenza (s.f.) - Nella nostra civiltà, e nella
nostra forma di governo repubblicano, l'intelligenza è tenuta in così alta
considerazione che la si esonera automaticamente dal peso di qualsiasi pubblico
ufficio.
intenditore (s.m.) - Uno specialista che conosce
tutto di una data cosa e nulla di tutto il resto.
interprete (s.m.) - Chi mette due persone di lingua
diversa in grado di capirsi, ripetendo all'uno e all'altro quello che gli fa
comodo abbiano detto.
intervista (s.f.) - Così si definisce in campo
giornalistico una forma di confessione in cui la volgare impudenza presta
orecchio alla vanità e all'ambizione.
intrattabile (agg.) - Chi rifiuta categoricamente di
adottare una linea di condotta dalla quale niente potrebbe distoglierci.
intruso (s.m.) - Persona da non cacciare troppo in
fretta: potrebbe trattarsi di un reporter.
inumanità (s.f.) - Una delle qualità caratteristiche
dell'essere umano.
invasione (s.f.) - Il metodo migliore per un
patriota di dimostrare il suo amore per la patria.
inventore (s.m.) - Persona che fabbrica un
marchingegno con ruote, leve e molle, e lo chiama progresso.
investigatore (s.m.) - Funzionario incaricato dalla
città o dalla contea di fare complesse indagini per scoprire che è stato
commesso un delitto.
io (pron. pers.) - Pronome di prima persona
singolare. Dicono che il suo plurale sia «noi»; come possa esserci un altro
«io», sarà indubbiamente chiaro ai grammatici, ma non lo è affatto all'autore
di questo incomparabile dizionario. Concepire l'idea di un doppio «io» è
difficile, ma può avere i suoi vantaggi. Un uso schietto ma garbato della prima
persona singolare contraddistingue in genere chi sa scrivere bene; il cattivo
scrittore invece trascina il suo «io» come un ladro che cerca di nascondere il
bottino sotto il mantello.
ipocrita (s.m.) - Dicesi di persona che, professando
virtù che non rispetta, si procura il vantaggio di trasformarsi, agli occhi di
tutti, in ciò che più disprezza.
irreligiosità (s.f.) - La più diffusa fra tutte le
grandi religioni della terra.
irriverente (agg.) - Non particolarmente riguardoso
nei confronti
del benessere, della felicità, del comfort o dei
desideri degli altri. Si possono definire tali il colera, il vaiolo, il
serpente a sonagli e i giornali satirici.
ispirazione (s.f.) - Viene così definito
letteralmente l'atto di immagazzinare aria inspirandola; ad esempio un profeta
è ispirato dallo spirito divino e un flauto da un nemico dell'umanità.
istrice (s.m.) - Il cactus del regno animale.
istruzione (s.f.) - Quella dote che spiega al saggio
e nasconde allo stolto i motivi della loro incapacità di capire.
***
K
kilt (s.m.) - Costume che qualche volta viene
indossato dagli Scozzesi in America o dagli Americani in Scozia.
***
L
ladro (s.m.) - Termine popolare per designare una
persona che ottiene con successo la proprietà altrui.
Laocoonte (nome proprio m.) - Famosa scultura
dell'antichità, che rappresenta un prete di questo nome e i suoi due figli
nelle spire di due enormi serpenti. L'abilità e la diligenza con cui il vecchio
e i ragazzi sostengono i serpenti e li aiutano a compiere il loro lavoro è
stata giustamente riconosciuta come una delle più nobili rappresentazioni
artistiche che illustrano la supremazia dell'intelligenza umana sulla forza
bruta.
lapidare (v. tr.) - Rimproverare a suon di pietre.
lasciare in eredità - Dare generosamente a un altro
quello che ormai a qualcuno bisogna pur concedere.
lega (s.f.) - L'unione di due o più gruppi, fazioni
o associazioni, a scopi generalmente nefasti.
legislatore (s.m.) - Chi si reca nella capitale del
proprio paese per accrescere il proprio capitale personale, ovvero colui che
legifera guadagnando o guadagna legiferando.
legittimo (agg.) - Compatibile con la volontà del
giudice del tribunale locale.
lessicografo (s.m.) - Individuo nefando che, con il
pretesto di registrare qualche stadio particolare nello sviluppo di una lingua,
fa quello che può per arrestarne l'arricchimento, irrigidirne la flessibilità e
renderne meccaniche le strutture.
levita (s.m.) - Discendente della tribù di Levi, cui
per designazione del Signore appartengono tutti i sacerdoti israeliti; esempio
di nepotismo che merita la più severa censura, in quanto incompatibile con le
libere istituzioni e con il principio di eguaglianza civile e religiosa.
letto (s.m.) - Strumento di tortura per i cattivi;
una cittadella priva di fortificazioni contro il rimorso.
libertà (s.f.) - 1. Esenzione da un piccolo numero
di vincoli tra le migliaia imposte all'uomo.
2. Sistema politico di cui ogni nazione ritiene di
possedere il monopolio.
3. Uno dei beni più preziosi dell'immaginazione.
libertario (agg. sost.) - Chi è costretto dall'evidenza
a credere nella libertà di coscienza e la cui coscienza è quindi libera di
respingere tale dottrina.
libertino (s.m.) - Letteralmente un uomo liberato,
che pertanto è libero di essere schiavo delle sue passioni.
liberto (s.m.) - Persona le cui manette sono
affondate così profondamente nella carne che non si scorgono più.
licantropo (s.m.) - Un lupo che è stato un tempo un
uomo, o lo diventa di tanto in tanto. Tutti i licantropi hanno un pessimo
carattere, avendo assunto la loro forma mostruosa per soddisfare bestiali
appetiti; ma alcuni, grazie a operazioni stregonesche, divengono relativamente
umani, almeno quanto è possibile esserlo a
chi abbia acquisito il gusto della carne umana.
linguaggio (s.m.) - La musica con cui affasciniamo i
serpenti a guardia dei tesori altrui.
linguista (s.m.) - Persona che sa teorizzare sulle
lingue degli altri assai più di quanto sappia usare la sua.
lode (s.f.) - Omaggio che porgiamo alle imprese che
somigliano alle nostre ma non le eguagliano.
logica (s.f.) - L'arte di pensare e ragionare in
stretto accordo con le limitazioni e le incapacità dell'umana incomprensione.
logomachia (s.f.) - Una guerra in cui le armi sono
costituite dalle parole e le ferite da piccole incisioni nella vescica del
nostro egotismo. Dato che il vinto non si rende conto della propria sconfitta,
in questo scontro viene negata al vincitore la ricompensa del successo.
longanimità (s.f.) - Disposizione a sopportare
l'ingiuria con mite pazienza mentre si medita la vendetta.
longevità (s.f.) - Estensione smodata della paura
della morte.
luminare (s.m.) - Colui che getta luce su un
determinato soggetto: ad esempio l'erudito che cura la pubblicazione di un
testo evitando saggiamente di aggiungervi una sola parola sua.
Lunare (s.m.) - Abitante della Luna, da non
confondersi con il lunatico che dalla luna è invece abitato. I Lunari sono
stati descritti da Luciano, Locke e altri osservatori, che non sono però molto
d'accordo tra loro. Bragellos, ad esempio, sostiene la loro identità anatomica
con l'uomo, mentre il professor Newcomb dice che sono più simili alle tribù che
vivono nelle colline del Vermont.
lunedì (s.m.) - Nei paesi cristiani viene così
chiamato il giorno che segue la partita di baseball.
luogo comune - Pietra angolare e gloria imperitura
della letteratura popolare. Concetto che sonnecchia avvolto in parole che
fumigano. La saggezza di un milione di babbei espressa dagli epigrammi di uno
sciocco. Fossile di sentimentalismo conservato in una roccia artificiale. Morale
sprovvista di favola. Tutto ciò che è perituro in una verità ormai morta e
sepolta. Una tazzina di caffè
con uno schizzo di latte e moralità.
***
M
macchinazione (s.f.) - Il metodo impiegato dai
nostri avversari per ostacolare i nostri onesti sforzi di agire rettamente.
magia (s.f.) - L'arte di convertire la superstizione
in moneta sonante.
magistrato (s.m.) - Un ufficiale giudiziario a
giurisdizione limitata e incapacità illimitata.
magnete (s.m.) - Qualcosa su cui agisce il
magnetismo.
magnetismo (s.m.) - Qualcosa che agisce sul magnete.
Le due definizioni immediatamente precedenti sono
ricavate dalle opere di un migliaio di eminenti scienziati i quali hanno
esplorato l'argomento con grande fervore di studi in nome del progresso
dell'umana conoscenza che non trova mai adeguata espressione.
magnifico (agg.) - Di grandezza o splendore
superiore a quella a cui lo spettatore è abituato, come le orecchie di un
somaro per un coniglio o la gloria di una lucciola per un verme.
maionese (s.f.) - Una di quelle salse che per i
Francesi fanno le veci di una religione di Stato.
malattia (s.f.) - Sovvenzione offerta dalla natura
alle scuole di medicina. Ricca provvigione per il mantenimento degli impresari
di pompe funebri. Sistema di rifornire i vermi delle tombe di carne non troppo
secca e dura per scavarvi tunnel e riempirli.
maledire (v. tr.) - Colpire piuttosto energicamente
con violenza di tipo verbale. Tale operazione nella letteratura, e soprattutto
nel teatro, risulta di solito fatale alla vittima. Con tutto ciò il pericolo di
una maledizione non viene preso molto sul serio nel fissare l'ammontare dei
premi di un'assicurazione sulla vita.
malfattore (s.m.) - L'agente principale
nell'evoluzione della razza umana.
malthusiano (agg.) - Che riguarda Malthus e le sue
dottrine. Malthus credeva che si potesse limitare artificialmente la
popolazione, ma scoprì che era impossibile farlo a parole. Tra coloro che più
efficacemente misero in pratica l'idea malthusiana va ricordato Erode di
Giudea, anche se si deve ammettere che tutti i condottieri famosi appartengono
alla stessa scuola.
malthusiasmo (s.m.) - Accettazione entusiastica
delle teorie di Malthus.
- mammiferi (s.m. pl.) - Famiglia di animali
vertebrati le cui femmine, allo stato di natura, allattano i propri piccoli;
quando invece raggiungono un certo grado di civiltà, li mandano a balia o
ricorrono al biberon.
Mammone (nome proprio m.) - Il dio della religione
più seguita in tutto il mondo. Il suo tempio principale si trova nella città
santa di New York.
manchevolezza (s.f.) - Termine che serve a designare
le colpe che io posso aver commesso a differenza delle tue che sono senz'altro
atti criminali.
manna (s.f.) - Cibo miracolosamente donato agli
Israeliti nel deserto. Quando venne loro a mancare, essi decisero di sistemarsi
e di coltivare il terreno, fertilizzandolo, di regola, con i cadaveri degli
abitanti originari.
mano (s.f.) - Singolare strumento inserito
all'estremità del braccio umano e di solito infilato nelle tasche altrui.
marcia ( s.f.) - Nelle vicende di ogni esercito è
quella corrente che si muove diretta dall'attrazione del bottino.
martire (s.m.) - Dicesi di chi procede con più o
meno ben dissimulata riluttanza verso una morte desiderata.
mascalzone (s.m.) - Gentiluomo alla rovescia, le cui
qualità sono state accuratamente messe in mostra come le ciliege al mercato, e
cioè con le più belle in alto e bene in vista, mentre poi qualcuno commette
l'errore di aprire la cassetta dalla parte sbagliata.
matrimonio (s.m.) - Lo stato o condizione di una
piccola comunità,
costituita da un padrone, una padrona, e due
schiavi: in tutto, due persone.
mattatoio (s.m.) - Luogo dove bestie massacrano altre
bestie. E' situato in genere a una certa distanza dagli abituri della specie
umana, in modo che chi mangia carne non sia disturbato dalla vista del sangue.
mattino (s.m.) - La fine della notte e l'alba dello
scoramento.
matto (agg.) - Affetto da un alto grado di
indipendenza intellettuale; non conforme ai modelli di pensiero, parola e
azione, che la maggioranza ricava dallo studio di se stessa. In poche parole,
diverso dagli altri.
mausoleo (s.m.) - L'ultima e la più ridicola
stravaganza dei ricchi.
mazza (s.f.) - Bastone del comando che rappresenta
l'autorità. La sua forma, che è quella di una pesante clava, ne rivela gli
scopi e gli usi originari, atti a sconsigliare il dissenso.
me (pron. pers.) - Un io messo in discussione o
sotto accusa, tenendo presente che nella nostra lingua il pronome personale di
prima persona ha tre casi: il dominativo, l'accusativo e il repressivo.
meandro (s.m.) - Procedimento sinuoso e senza scopo.
La parola deriva dall'antico nome di un fiume che scorreva circa a centocinquanta
miglia da Troia, serpeggiando in qua e in là, nel vano sforzo di non ascoltare
i Greci e i Troiani quando vantavano le rispettive prodezze.
mediare (v. tr.) - Interferire.
medico (s.m.) - Persona alla quale guaiamo fiduciosi
quando siamo malati e ringhiamo sospettosi quando stiamo bene.
mela (s.f.) - Causa della giusta cacciata del primo
uomo dal Paradiso terrestre: dato che si trattava di una mela acerba, il primo
uomo aveva fatto malissimo a mangiarla.
mendace (agg.) - Malato di retorica.
mendicante (s.m.) - Una calamità escogitata
appositamente per fare soffrire il ricco.
mendicità (s.f.) - La condizione di chi ha fatto
affidamento sulla
solidarietà degli amici.
merito (s.m.) - Le qualità che dimostrano il nostro
buon diritto a ottenere ciò che qualcun altro si prende.
mesmerismo (s.m.) - L'ipnotismo prima che indossasse
panni eleganti, viaggiasse in carrozza, e invitasse l'Incredulità a cena.
metropoli (s.f.) - La roccaforte del provincialismo.
ministro (s.m.) - Agente con molto potere e poca
responsabilità. In diplomazia, è un ufficiale mandato in un paese straniero
come segno tangibile dell'ostilità del suo sovrano. La sua qualifica principale
è un certo grado di plausibile insincerità, appena appena al di sotto di quella
di un ambasciatore.
minore (agg.) - Meno riprovevole.
mio (agg. poss.) - Quello che mi appartiene se posso
tenermelo o agguantarlo.
miracolo (s.m.) - Atto o evento che non rientra
nell'ordine naturale delle cose, e non si può spiegare, come ad esempio vincere
contro una normale mano di quattro re e un asso con quattro assi e un re.
misericordia (s.f.) - 1. E' particolarmente cara ai
colpevoli colti con le mani nel sacco.
2. Pugnale che, nelle guerre medioevali, veniva
usato dal soldato a piedi per ricordare al cavaliere disarcionato che era
mortale anche lui.
mistificazione (s.f.) - La professione dei politici,
la scienza dei medici, la sapienza dei recensori, la religione dei predicatori
di successo: in una parola, il mondo.
mitezza (s.f.) - La straordinaria pazienza esercitata
per poter preparare una vendetta degna di questo nome.
mitologia (s.f.) - Tutte le credenze primitive di un
popolo riguardanti le sue origini, la sua preistoria, gli eroi, le divinità e
così via, a differenza delle cronache veritiere che vengono inventate più
tardi.
moda (s.f.) - Despota che il saggio mette in
berlina, sottoponendosi tuttavia ai suoi dettami.
moglie (s.f.) - Una donna con uno splendido avvenire
dietro le
spalle.
monologo (s.m.) - L'attività di una lingua priva di
orecchi.
monumento (s.m.) - Costruzione che intende
commemorare qualcosa o qualcuno che in genere o non ne ha bisogno o non ne ha
il diritto. Particolarmente assurdo è poi il monumento al milite ignoto, vale a
dire un monumento per perpetuare la memoria di chi memoria non ha lasciato.
morale (agg.) - Conforme a valori locali e mutevoli.
Ha comunque la prerogativa di essere di generale comodità.
morganatico (agg.) - Relativo a una specie di
matrimonio contratto fra un uomo di rango elevato e una donna di umili
condizioni. Per mezzo di tale matrimonio la donna non ottiene null'altro che un
marito, che poi non è nemmeno un gran che.
mortalità (s.f.) - La faccia dell'immortalità che
noi conosciamo.
mosca tse-tse - Insetto africano ("Glossina
morsitans") la cui puntura è comunemente ritenuta il rimedio naturale più
efficace contro l'insonnia, anche se taluni sofferenti preferiscono il rimedio
indigeno offerto dal Tipico Romanziere Americano ("Mendax
interminabilis").
mulatto (s.m.) - Bambino che appartiene a due razze
e si vergogna di entrambe.
mulo (s.m.) - Un ripensamento della Creazione.
***
N
narcotico (s.m.) - Una porta che si dischiude nella
prigione dell'identità e conduce nel cortile della prigione stessa.
nascita (s.f.) - La prima e la più atroce di tutte
le calamità. Le sue modalità possono essere svariate: Castore e Polluce
nacquero da un uovo, Pallade da un cranio, Galatea da un blocco di marmo,
Perisilio, scrittore del decimo secolo, asserisce di essere spuntato dalla
terra nel punto in cui un prete aveva versato acqua benedetta, mentre è noto
che Arimasso è sorto da un buco del terreno provocato
da un fulmine. Leucomedonte era figlio di una
caverna dell'Etna, e io stesso ho visto un uomo venir fuori da una cantina.
naso (s.m.) - L'estremo avamposto della faccia. Si
sa che il naso raggiunge il massimo della felicità quando può ficcarsi negli
affari altrui; da qui alcuni fisiologi hanno tratto l'illazione che esso sia
privo del comune senso dell'odorato.
Natale (s.m.) - Giorno speciale, consacrato allo
scambio di doni, all'ingordigia, all'ubriachezza, al sentimentalismo più
melenso, alla noia generale e a domestiche virtù.
nebbia (s.f.) - Ciò che rimane in un'estrema analisi
dell'atmosfera di San Francisco, dopo aver eliminato il gas mefitico delle
fogne, la polvere, gli effluvi dei cimiteri, i germi patogeni e altri
ingredienti.
nemico (s.m.) - Un astuto mascalzone che ti ha reso
certi servigi scomodi da ricambiare.
newtoniano (agg.) - Relativo a una filosofia
dell'universo, inventata da Newton, il quale scoprì che una mela doveva cadere
a terra, ma non ne seppe spiegare il perché.
nichilista (s.m.) - Un russo che nega l'esistenza di
qualsiasi cosa tranne Tolstoj. Capo di questa scuola è Tolstoj.
nostalgico (agg.) - Dicesi di chi si trova
all'estero senza una lira.
notorietà (s.f.) - La fama del nostro rivale nella
corsa ai pubblici onori. Il genere di celebrità più accessibile e soddisfacente
per i mediocri. Una scala di Giacobbe che conduce al palcoscenico del
"vaudeville", con angeli che salgono e scendono.
noumeno (s.m.) - Ciò che esiste, da non confondersi
con ciò che sembra soltanto esistere, detto invece fenomeno. Il noumeno è un
po' difficile da individuarsi: esso può essere appreso solo attraverso un
procedimento logico, il che è un fenomeno. Ciò nonostante la scoperta e la
definizione dei noumeni offre un campo molto ricco per quello che Lewes chiama
«l'infinita varietà e ricchezza del pensiero filosofico)». E allora, viva il
noumeno!
novembre (s.m.) - L'undicesima frazione di dodici
parti di noia.
nozze (s.f. pl.) - Cerimonia nella quale due persone
si impegnano a diventare una, una persona si riduce al nulla, e il nulla da
allora sarà più sopportabile.
nudità (s.f.) - La qualità dell'arte che risulta più
penosa ai puritani.
***
O
oblio (s.m.) - Il cimitero della fama, dove si
raffreddano tristemente le più accese speranze. Qui gli autori più ambiziosi
incontrano la loro opera senza alcun orgoglio e si ritrovano a faccia a faccia
con i colleghi di maggior successo senza provare invidia alcuna. Un dormitorio sprovvisto
di sveglia.
oca (s.f.) - Volatile che fornisce le penne per la
scrittura. Queste ultime per qualche occulto processo naturale sono
compenetrate e intrise in varia misura delle energie intellettuali e del
temperamento emotivo dell'animale cosicché, quando vengono intinte
nell'inchiostro e portate meccanicamente sul foglio da una persona
convenzionalmente detta «autore», ne risulta un'accurata trascrizione degli
intimi sentimenti e pensieri del volatile stesso.
Occidente (s.m.) - La parte del mondo che si trova a
ovest (o a est) dell'Oriente. E' nella stragrande maggioranza abitato dai
Cristiani, una potente sottotribù degli Ipocriti, le cui occupazioni principali
sono l'assassinio e l'inganno, che essi si compiacciono di chiamare «guerra» e
«commercio». Queste, d'altra parte, sono anche le attività principali praticate
in Oriente.
oceano (s.m.) - La massa d'acqua che occupa circa i
due terzi del mondo destinato all'uomo, il quale peraltro non ha branchie.
odio (s.m.) - Il sentimento più appropriato di
fronte all'altrui superiorità.
olimpico (agg.) - Relativo a un monte della
Tessaglia, un tempo abitato dagli Dei, ora deposito di giornali ingialliti,
bottiglie di
birra, scatole rotte di sardine, a testimonianza
della presenza del turista e del suo buon appetito.
oltraggio (s.m.) - Qualsiasi atto spiacevole dal
punto di vista della vittima. La negazione del concetto di immunità.
omeopata (s.m.) - L'umorista della professione
medica.
omeopatia (s.f.) - Teoria e pratica medica che mira
a curare le malattie degli sciocchi. Poiché non sempre li cura e spesso li
conduce alla tomba, tale scienza viene derisa dagli ignoranti e molto
apprezzata dai saggi.
opera (s.f.) - Spettacolo che rappresenta la vita in
un altro mondo, i cui abitanti non conoscono la parola, ma il canto; non
movimenti, ma gesti; non posizioni, ma atteggiamenti. Ogni tipo di recitazione
è simulazione, parola quest'ultima derivante dal vocabolo latino
"simia", scimmia; ma in un'opera l'attore prende a modello la
"Simia audibilis" (o "Pithecanthropos stentor"), la scimmia
che ulula.
"Dell'uom l'attore in parte segue l'orma; ma il
cantante di scimmia è vana forma".
opporsi (v. rifl.) - Prestare la propria assistenza,
facendo ostruzionismo e obiezioni.
opposizione (s.f.) - Il ruolo svolto in politica dal
partito che impedisce al governo di andare a rotoli mettendogli i bastoni fra
le ruote.
oratoria (s.f.) - Congiura fra pensiero e azione ai
danni delle facoltà intellettive. Una forma di tirannide in parte temperata
dalla stenografia.
orfano (s.m.) - Essere vivente cui la morte ha tolto
ogni possibilità di esprimere sentimenti di ingratitudine filiale. Tale
sventura suscita particolare commiserazione in tutte le persone di buoni
sentimenti. Da giovane l'orfano è in genere inviato in un istituto apposito,
dove un rapido corso di geografia rudimentale provvede a insegnargli quale sia
il suo posto nella società. Una volta apprese le arti dell'umiltà e del
servilismo, l'orfano è lasciato libero di partire alla conquista del mondo,
magari come lustrascarpe o sguattero.
oro (s.m.) - Metallo giallo molto apprezzato per la
sua utilità nei vari tipi di rapina che passano sotto il nome di commercio.
ospedale (s.m.) - Luogo dove il malato riceve di
solito due diversi tipi di trattamento: medico da parte del dottore, inumano da
parte degli infermieri.
ospitalità (s.f.) - La virtù che induce a offrire
vitto e alloggio a chi non ha bisogno né dell'uno né dell'altro.
ostilità (s.f.) - Reazione particolarmente vivace
alla sovrappopolazione terrestre. Essa si esprime in modi diversi e viene
classificata in attiva e passiva, come rispettivamente il sentimento di una
donna verso le sue amiche o quello che prova per tutte le altre donne.
ostinato (agg.) - Chi si dimostra refrattario alla
verità, nonostante la nobiltà e l'impegno delle nostre argomentazioni.
L'emblema popolare dell'ostinazione è il mulo, animale peraltro
intelligentissimo.
ostrica (s.f.) - Mollusco viscido e melmoso che la civiltà
costringe l'uomo a mangiare senza averne eliminato prima le interiora. Il
guscio viene dato comunemente ai poveri.
ottimismo (s.m.) - Dottrina o credo che vede tutto
bello, incluso il brutto; tutto buono, soprattutto il male; e tutto giusto,
particolarmente ciò che è sbagliato. E' professato con la più grande tenacia da
coloro che sono abituati a cadere in disgrazia, e si rivela il più delle volte
in stolidi sorrisi e sogghigni scimmieschi. Essendo una fede cieca e assoluta,
non si può confutare in alcun modo, per quante prove in contrario si adducano;
in breve, si tratta di una malattia dell'intelletto che viene curata solo dalla
morte. E' anche ereditaria, ma per fortuna non contagiosa.
outsider (s.m.) - Persona aspramente critica nei
confronti di ciò che è incapace di fare o di diventare.
ovazione (s.f.) - Cerimonia rituale dell'antica Roma
in onore di qualcuno che avesse reso servigi particolarmente cattivi ai nemici
della città. Nel linguaggio moderno, la parola viene impropriamente usata per
significare qualsiasi espressione casuale e spontanea di omaggio agli eroi del
momento.
overdose (s.f.) - Una dose fatale di farmaci che
viene così
chiamata se è stata somministrata da qualcuno non in
possesso di regolare laurea in medicina.
ozio (s.m.) - Intervalli di lucidità nei disordini
della vita.
***
P
pace (s.f.) - Nel diritto internazionale, si
definisce così un periodo di inganni reciproci compreso fra due fasi di
combattimento aperto.
pagano (s.m.) - Persona dalla mente ottenebrata che
preferisce ricorrere a divinità fatte in casa e a riti indigeni.
palese (agg.) - Evidente per noi e per nessun altro.
palma (s.f.) - Specie arborea comprendente diverse
varietà, fra le quali la più diffusa e amorosamente coltivata è la cosiddetta
«palma prudens», o della mano umana. Trattasi di un nobile vegetale da cui
trasuda una sorta di resina invisibile, che può rendersi manifesta qualora si
applichi alla corteccia una moneta d'oro o d'argento: il metallo vi aderirà
infatti con notevole tenacia.
pancetta (s.f.) - La mummia di un maiale
imbalsamato.
panteismo (s.m.) - Dottrina per cui ogni cosa è Dio.
Si oppone all'avversa dottrina per cui Dio è ogni cosa.
pantomima (s.f.) - Azione drammatica meno offensiva
del solito, almeno nel senso che cerca di raccontare una storia senza fare
violenza al linguaggio.
paparino (s.m.) - Viene così chiamato dai suoi rozzi
figlioli un padre poco rispettato.
Parlamento (s.m.) - Organo di governo preposto al
compito di abrogare le leggi.
parricidio (s.m.) - Colpo di grazia filiale che concede
una liberazione definitiva dai diuturni tormenti della paternità.
partigiano (s.m.) - Dicesi di chi segue senza sapere
dove e
perché.
passaporto (s.m.) - Documento proditoriamente
inflitto ad alcuni cittadini la cui unica colpa è quella di volersi recare
all'estero; esso li addita al pubblico disprezzo come stranieri e li espone a
ogni sorta di rappresaglia e di abuso.
passatempo (s.m.) - Complicato sistema per favorire
la depressione. Esercizio non troppo impegnativo per stimolare la debolezza
intellettuale.
passato (s.m.) - Quella piccola parte di eternità
che per una frazione infinitesimale, abbiamo la sfortuna di conoscere. Una
linea mobile detta Presente provvede a dividerlo da un periodo immaginario
conosciuto come Futuro. Queste due grandi ripartizioni dell'Eternità, che si
cancellano continuamente l'una con l'altra sono nettamente diverse: la prima,
oscura, è densa di dolori e di delusioni, la seconda, luminosa, ricca di gioia
e di prosperità. Nel Passato, regno del pianto, si acquatta tetra la memoria
avvolta in un saio, col capo coperto di cenere intenta a biascicare preghiere
penitenziali; nel Futuro, il paese del canto e del sole splendente, vola con
ali spiegate la Speranza, fra archi trionfali e dolci recessi di pace. Pure, il
Passato non è che il Futuro di ieri, il Futuro sarà presto il Passato di
domani; essi sono dunque una cosa sola, proprio come la consapevolezza è solo
l'altra faccia del sogno.
patriota (s.m.) - Così si definisce chi antepone gli
interessi di una parte a quelli di un tutto. Pedina senza difesa nelle mani di
statisti e conquistatori.
patriottismo (s.m.) - Combustibile di poco prezzo
utilizzato da chiunque sia sufficientemente ambizioso da voler dare lustro al
suo nome. Nel famoso dizionario del dottor Johnson, il patriottismo si
definisce come l'ultimo rifugio di una canaglia; ma, con tutto il rispetto
dovuto a un collega stimabilissimo (ancorché minore), mi permetto di fare
osservare che si tratta invece del primo.
pazienza (s.f.) - Forma minore di disperazione,
travestita da nobile virtù.
pazzo (agg.) - Chi ha il vizio di credere che tutti
gli altri siano tali.
pedigree (s.m.) - La parte emersa di un cammino che
conduce da un
antenato arboreo munito di vescica natatoria a un
discendente cittadino munito di sigaretta.
pellegrino (s.m.) - Viaggiatore che si prende sul
serio. Si dissero Padri Pellegrini coloro che abbandonarono l'Europa nel 1620
non avendo ottenuto il permesso di cantare i salmi attraverso il naso, e si
stabilirono nel Massachusetts dove poterono impersonare Dio secondo le esigenze
della propria coscienza.
penitente (s.m. o f.) - Chiunque venga punito, o
attenda di esserlo di minuto in minuto.
pentimento (s.m.) - Un sentimento che di rado turba
la gente, almeno finché le cose non cominciano ad andare male.
perdono (s.m.) - Abile mossa per impedire che il
trasgressore stia all'erta in modo da poterlo cogliere con le mani nel sacco la
volta successiva.
peripatetico (agg.) - Ambulante. Dicesi della
filosofia di Aristotele, che era solito esporla spostandosi da un luogo
all'altro per evitare le obiezioni dei suoi seguaci: una precauzione del tutto
inutile dato che questi ultimi ne sapevano ancor meno di lui.
perorazione (s.f.) - Esplosione di un razzo
oratorio.
perseveranza (s.f.) - Meschina e squallida virtù, grazie
alla quale i mediocri riescono a ottenere ingloriosi successi.
pessimismo (s.m.) - Atteggiamento filosofico
imposto, a dispetto delle più radicate convinzioni, dalla scoraggiante
prevalenza degli ottimisti con le loro speranze da spaventapasseri e i loro
stolidi, esasperanti sorrisi.
piacere (s.m.) - Emozione generata da un vantaggio
personale o da uno svantaggio altrui.
pianificare (v. tr.) - Perdere tempo a valutare i
modi migliori di ottenere un risultato del tutto casuale.
pianoforte (s.m.) - Utensile da salotto, molto usato
per castigare il visitatore impenitente. Lo si mette in funzione premendo sui
tasti e deprimendo il morale degli ascoltatori. pigrizia (s.f.) -
Un'ingiustificata rilassatezza di costumi da parte di una persona di basso
ceto.
piombo (s.m.) - Metallo pesante di colore
grigio-azzurro, molto
usato per dare stabilità agli amanti troppo leggeri,
particolarmente a coloro che poco saggiamente si innamorano delle mogli altrui.
E' inoltre di grande utilità per controbilanciare argomenti di tanto peso da
far pendere la bilancia della discussione in un senso sbagliato.
pirateria (s.f.) - Commercio senza troppe remore o
ipocrisie, così come Dio l'ha creato.
pirronismo (s.m.) - Antico sistema filosofico, così
detto dal nome del suo inventore. Consiste nella più assoluta mancanza di fede
in ogni cosa, tranne nel pirronismo stesso. Questo ultimo elemento è stato
inserito nel "corpus" dottrinario da seguaci moderni.
pittura (s.f.) - L'arte di proteggere superfici
piane dalle intemperie esponendole ai rischi della critica. Anticamente,
pittura e scultura apparivano combinate nel medesimo lavoro, in quanto gli
antichi dipingevano le loro statue. Al giorno d'oggi, la sola alleanza fra le
arti sta nel fatto che il pittore lavora di intaglio sulle tasche del cliente.
plagiare (v. tr.) - Riprendere concetti o stile da
un altro scrittore che non si è mai assolutamente letto.
platonico (agg.) - Che si riferisce alla filosofia
di Socrate.
plebiscito (s.m.) - Consultazione popolare avente lo
scopo di accertare la volontà del sovrano.
plenipotenziario (s.m.) - Che ha pieni poteri. Un
ministro plenipotenziario è un diplomatico che gode di autorità illimitata a
condizione che non la eserciti mai.
pleonasmo (s.m.) - Un esercito di parole che scorta
un concetto che è sì e no caporale.
poligamia (s.f.) - Ottima cosa, ma il troppo
stroppia.
politica (s.f.) - Modo di guadagnarsi la vita simile
a quello dei settori più squallidi della delinquenza abituale. Conflitto di
interessi mascherato da lotta fra opposte fazioni. Conduzione di affari
pubblici per interessi privati.
politico (agg. sost.) - (uomo politico). Anguilla
che striscia nel fango su cui riposa la struttura dell'organizzazione statale.
Quando si contorce, scambia i movimenti della sua coda per terremoti o minacce
alla stabilità dell'edificio. In confronto allo statista,
presenta il considerevole svantaggio di essere vivo.
polvere da sparo - Forza impiegata dalle nazioni
civili per comporre le dispute che potrebbero diventare moleste se lasciate
irrisolte. Secondo vari autori la sua invenzione va attribuita ai Cinesi, ma
senza argomenti convincenti. Milton sostiene invece che è stata inventata dal
Diavolo per disperdere gli angeli, e tale ipotesi appare suffragata
dall'attuale scarsità di angeli in circolazione.
pomo di Adamo - Protuberanza del collo maschile
provvidenzialmente fornita dalla natura per tenere il cappio al giusto posto.
ponderoso (agg.) - Dicesi delle barzellette inglesi.
porto (s.m.) - Luogo dove le navi trovano riparo
dalle tempeste e si espongono alla furia dei dazi doganali.
poscritto (s.m.) - La sola parte della lettera di
una signora che valga la pena di leggere, se si va di fretta.
possibile (agg.) - Lo è qualsiasi cosa per chi abbia
sufficiente perseveranza. E denaro.
poveri (agg.) - Infelici che - come ad esempio il
signor Vanderbilt - non sono in grado di pagare le tasse.
precedente (s.m.) - In campo legale, è un elemento
che, in assenza di uno statuto ben definito, può assumere qualunque peso e
autorità che il giudice voglia conferirgli, semplificando così la sua tecnica
abituale, che consiste nel fare come gli pare e piace. Dato che si possono
trovare precedenti per ogni cosa, il giudice si limiterà a ignorare quelli
scomodi o fastidiosi, e a porre l'accento su quelli in linea con i suoi
interessi. L'invenzione di un buon precedente eleva il tono del dibattimento,
trasformandolo dallo stadio rozzo di un avvenimento aperto a tutti gli sviluppi
possibili in un procedimento bene organizzato e costruito a regola d'arte.
precoce (agg.) - Dicesi di chi a quattro anni fugge
con la bambola della sorellina.
predone (s.m.) - Operatore su scala modesta, le cui
conquiste e annessioni non vengono riscattate o santificate dalla grandezza.
preferenza (s.f.)
Sentimento o stato d'animo alquanto discutibile,
basato sull'erroneo presupposto che una cosa possa essere migliore di un'altra.
pregare (v. tr.) - Pretendere che le leggi
dell'universo vengano annullate a favore di un singolo postulante, il quale se
ne confessa del tutto indegno.
pregiudizio (s.m.) - Opinione senza fissa dimora e
priva di documentabili mezzi di sussistenza.
preistorico (agg.) - Dicesi di cosa che appartiene a
un evo antico e a un museo, e che precorre di vari secoli l'arte di perpetuare
un falso.
prendere (v. tr.) - Impossessarsi di qualcosa, in
genere con la forza, ma preferibilmente con la frode.
prerogativa (s.f.) - Diritto di sbagliare;
appannaggio di sovrani e affini.
presentimento (s.m.) - Sensazione che qualcosa stia
per accadere: ad esempio quando torniamo a casa alle tre del mattino e vediamo
la luce accesa nella camera di nostra moglie.
presidente (s.m.) - Arbitro temporaneo, eletto dai
leader di gruppi di banditi e politicanti, allo scopo di dividere le spoglie
fra loro.
presunzione (s.f.) - Il rispetto di se stessi in
coloro che non ci piacciono.
prete (s.m.) - Gentiluomo che sostiene di conoscere
la giusta direzione per raggiungere il Paradiso, e pretende di estorcerci un
pedaggio per quel tratto di strada.
prigione (s.f.) - Pensione di terza categoria per
chi è affetto da temporanei disturbi nervosi, e non ha amici in grado di farlo
ricoverare in istituti più eleganti.
Primate (s.m.) - Chiunque sia a capo di una chiesa,
in genere di una chiesa di Stato, sostenuta da contributi involontari dei
cittadini. Il Primate d'Inghilterra è un anziano e amabile signore che abita in
Lambeth Palace da vivo e nell'abbazia di Westminster da morto.
primogenitura (s.f.) - Singolare legge, per cui
tutto il mangime va al primo pulcino che esce dal guscio.
principe (s.m.) - Un giovin signore che offre il suo
amore alle contadine nelle storie romantiche e alle mogli dei suoi amici nella
vita.
privazione (s.f.) - Sensazione che prova chi non ha
niente di cui lamentarsi.
privilegio (s.m.) - Il diritto di respirare, senza
doverselo acquistare allungando una mancia.
proboscide (s.f.) - Cospicuo ma rudimentale organo
dell'elefante, a lui concesso in luogo della forchetta e del coltello che le
leggi evolutive tuttora gli negano.
processione (s.f.) - Sfilata di imbecilli patentati,
che non si sono mai preoccupati di coltivare il senso del ridicolo.
processo (s.m.) - Inchiesta formale appositamente
designata per ribadire e registrare pubblicamente la specchiata onesta di
giudici, avvocati e giurati. Allo scopo di provvedere un efficace contrasto si
ricorre a un altro elemento, definito via via come imputato, accusato o
prigioniero. Se il contrasto risulta sufficientemente chiaro, tale individuo è
costretto a subire una punizione sufficiente a produrre nei succitati e
virtuosi signori la confortevole consapevolezza della loro immunità
privilegiata, che si somma così a quella del loro congenito valore. Ai giorni
nostri, l'accusato è in genere un essere umano o un socialista, ma nel Medioevo
anche animali, pesci, rettili e insetti potevano essere messi sotto processo.
Un animale che avesse ucciso un uomo, o praticato la stregoneria, era
debitamente arrestato, sottoposto a regolare processo, e se condannato veniva
messo a morte dal carnefice di Stato. Insetti che distruggessero campi di grano
orti o vigneti, venivano citati davanti a un tribunale civile, e, dopo
l'escussione dei testimoni, le arringhe degli avvocati e la sentenza, se
continuavano la loro criminosa attività erano deferiti a un'alta corte
ecclesiastica dove venivano solennemente scomunicati e banditi con pubblico
anatema. Nelle vie di Toledo, alcuni maiali che si erano infilati
maliziosamente tra le gambe del viceré, molestandolo non poco, furono colpiti
da mandato d'arresto e severamente puniti. A Napoli un asino fu condannato al
rogo, ma non risulta se la sentenza sia stata eseguita o no. Il D'Addosio ci ha
tramandato dagli archivi del Tribunale di molti processi a tori, cavalli,
maiali, galli, cani, capre, eccetera, che senza dubbio debbono avere esercitato
benefica influenza sul loro comportamento pubblico e privato. In Svizzera nel
1451 fu discussa una causa
contro le sanguisughe che infestavano i laghi vicino
a Berna, e il vescovo di Losanna, su mandato dell'università di Heidelberg,
intimò che una congrua rappresentanza di questi vermi acquatici venisse
condotta davanti alla locale magistratura. Così fu fatto, e alle sanguisughe,
presenti in aula o contumaci, fu intimato di andarsene entro tre giorni: su
quelle che, trascorso tale termine, si fossero ancora trovate nella zona veniva
invocata la maledizione divina. Nei voluminosi incartamenti di questa
"cause célèbre" non c'è alcuna traccia dei risultati finali; non si
sa, in poche parole, se le colpevoli abbiano sfidato l'autorità o si siano
immediatamente allontanate da quella giurisdizione così poco ospitale.
procuratore legale - Termine che designa chi è
particolarmente esperto nell'aggirare la legge.
profanazione (s.f.) - Ammazzare il tempo in un
santuario.
profezia (s.f.) - L'arte di vendere la propria
credibilità impegnandosi a consegnarla a domicilio più avanti.
proibito (p.p.) - Investito di un nuovo
irresistibile fascino.
proiettile (s.m.) - Arbitro decisivo nelle questioni
internazionali, le stesse che un tempo venivano risolte mediante contatto
fisico fra i contendenti, e con gli argomenti rudimentali che poteva offrire la
primitiva logica del tempo, come lance, spade, eccetera. Grazie all'aumento
della prudenza nell'arte militare, il proiettile ha acquistato grande favore,
ed è ora apprezzato dai più coraggiosi. Presenta ancora, tuttavia, un difetto
fondamentale: richiede la presenza di chi spara al momento della propulsione.
promesso sposo - Persona con un anello alla
caviglia, pronto per la palla al piede.
propiziare (v. tr.) - Azione che consiste, ad
esempio, nel chiamare «buono» o «bravo» il bulldog che ti ha saldamente
azzannato il didietro.
proprietà (s.f.) - 1. Ciò che distingue un vagabondo
che trangugia vino a poco prezzo da un milionario che si inebria di champagne.
2. Oggetto di brevi accessi di avidità e lunghi
periodi di indifferenza.
prossimo (s.m.) - Uno che ci è stato imposto di
amare come noi stessi e che fa di tutto per farci disubbidire.
provvidenziale (agg.) - Dicesi di ciò che si rivela
inaspettatamente e notevolmente vantaggioso per l'autore della definizione.
prudente (agg.) - Uomo che crede al dieci per cento
di ciò che sente, a un quarto di ciò che legge e alla metà di ciò che vede.
Prussia (nome proprio f.) - Paese specializzato nella
produzione di birra, salsicce e carne da cannone.
pubblico (s.m.) - Elemento del tutto trascurabile
nei problemi legislativi.
pulpito (s.m.) - Luogo sopraelevato cui ascendono
persone giustamente preoccupate del fatto che la loro superiorità rispetto alla
congregazione non venga altrimenti notata da nessuno.
Purgatorio (s.m.) - Scomoda gattabuia dove le anime
sono imprigionate finché un parente non le fa uscire pagando la cauzione.
puritano (s.m.) - Un pio e devoto gentiluomo che
credeva fermamente nel diritto di tutti a comportarsi come a lui sembrava
giusto.
***
R
ragionare (v. intr.) - Calcolare le probabilità
sulla bilancia dei desideri.
rammentare (v. tr.) - Ricordare con aggiunta di
particolari qualcosa che prima non conoscevamo.
rana (s.f.) - Rettile dalle gambe commestibili. Il
primo a farle apparire nella letteratura profana fu Omero che raccontò della
loro guerra contro i topi. Persone scettiche hanno espresso dubbi circa la
paternità omerica di tale opera, ma l'implacabile e geniale dottor Schliemann
ha risolto una volta per tutte la questione, dissotterrando le ossa delle rane
massacrate. Tra i garbati
argomenti di persuasione impiegati per convincere il
Faraone a essere clemente con gli Israeliti fu usata anche la piaga delle rane,
ma il Faraone, che le amava in fricassea, dichiarò con stoicismo prettamente
orientale che egli poteva resistere finché avessero retto le rane e gli Ebrei;
così fu cambiato programma. La rana è una diligente cantatrice, dotata di buona
voce ma priva di orecchio. Il libretto della sua opera preferita è stato
scritto da Aristofane, ed è breve, semplice ed efficace: «brekekexkoax» ; la
musica pare sia stata scritta dal celebre compositore Richard Wagner.
ranch (s.m.) - Una fattoria in
"deshabillé".
randello (s.m.) - Un balsamo da applicare
esternamente sulle spalle e la testa di uno sciocco.
rapporto intimo - Relazione nella quale vengono
trascinati degli sciocchi per la loro mutua distruzione.
realtà (s.f.) - Il sogno di un filosofo impazzito.
reato (s.m.) - Infrazione alla legge che ha minor
dignità di un crimine e non costituisce motivo sufficiente per essere ammesso
nella "crème" del delitto.
recluta (s.f.) - La si distingue dai civili per la
divisa e dai soldati per l'andatura.
redenzione (s.f.) - Particolare dottrina che
costituisce uno dei misteri fondamentali della nostra santa religione; chi ha
fede in essa non perirà mai e avrà una vita eterna per cercare di capirla.
referendum (s.m.) - Una legge che prevede la
verifica di una proposta mediante il voto popolare e che in genere ci fa
toccare con mano l'assoluta inesistenza di una pubblica opinione.
relax (s.m.) - Momento in cui si fa il conto dei
profitti dell'indomani, dopo aver esaminato le perdite del giorno.
relazioni (s.f. pl.) - Le persone alle quali andate
a far visita o che vengono a visitare voi, a seconda se sono ricchi o poveri.
religione (s.f.) - 1. Reverenza per l'Ente Supremo,
nella misura in cui lo si concepisce a immagine e somiglianza dell'uomo.
2. Figlia della Speranza e del Timore che spiega
all'Ignoranza la natura dell'Inconoscibile.
replica (s.f.) - Riproduzione di un'opera d'arte
eseguita dall'artista che ne è l'autore. Viene così chiamata per distinguerla
dalla «copia», che viene invece eseguita da un altro artista. Nel caso che
vengano entrambe riprodotte con egual perizia, quella di maggior valore è la
«replica», perché si suppone sia più bella di quel che sembra.
rettile (s.m.) - Una cosa che vive grazie alla
vergogna di una donna.
ribelle (s.m.) - Chi sostenga un nuovo malgoverno
che non è riuscito a imporre alla maggioranza.
ricchezza (s.f.) - I risparmi di molti nelle mani di
uno solo.
ricetta (s.f.) - Tentativo, da parte del medico, di
indovinare il sistema per prolungare al massimo lo stato di salute presente con
il minimo di danno per il paziente.
riconciliazione (s.f.) - Un'interruzione delle
ostilità. Tregua armata fatta allo scopo di disseppellire i morti.
riconsiderare (v. tr.) - Cercare una giustificazione
per una decisione già presa.
rifiuto (s.m.) - Ci sono vari tipi di rifiuto,
graduati secondo una scala discendente di finalità: il rifiuto assoluto, il
rifiuto condizionale, il rifiuto probabile o ipotetico e il rifiuto femminile.
Quest'ultimo tipo viene anche chiamato da alcuni studiosi rifiuto affermativo.
riflessione (s.f.) - Processo mentale attraverso il
quale raggiungiamo una visione più chiara del nostro rapporto con gli
avvenimenti del passato e che ci mette in grado di evitare pericoli che non
incontreremo mai più sul nostro cammino.
rima (s.f.) - Accordo sonoro posto alla fine di
versi per lo più bruttissimi.
rimpianto (s.m.) - Ciò che si sedimenta nella coppa
della vita.
riso (s.m.) - Convulsione interna che altera i
lineamenti del viso ed è accompagnata da suoni inarticolati. E' infettivo e,
seppure intermittente, incurabile.
risoluto (agg.) - Chi si mostra ostinato in una
direzione da noi approvata.
ritratto (s.m.) - Rappresentazione a due dimensioni
di una persona che ci dava fastidio quando ne aveva tre.
rivelazione (s.f.) - Famoso libro in cui san
Giovanni ha abilmente occultato tutto ciò che sapeva. La rivelazione vera e
propria è stata fatta dai commentatori, che non sapevano nulla.
rivoluzione (s.f.) - In campo politico viene così
chiamato il brusco passaggio da una forma a un'altra di malgoverno.
«riz de veau à la financière» - Non è il sorriso di
un vitello preparato secondo la ricetta di una banchiera.
romanzo (s.m.) - Racconto gonfiato. Un genere di
composizione che ha con la letteratura lo stesso rapporto delle vedute panoramiche
nei confronti dell'arte. Dal momento che è troppo lungo per essere letto in una
sola volta, le impressioni che si ricevono leggendo via via le singole parti
vengono successivamente cancellate, proprio come le immagini della lanterna
magica. Raggiungere unità o totalità di effetto risulta impossibile; infatti,
oltre alle poche pagine lette per ultime, tutto quello che si ricorda è
soltanto la trama di quanto precede. Rispetto alla fantasia e al
"romance", il romanzo realistico è quello che è la fotografia
rispetto alla pittura. Il suo principio costitutivo, la probabilità,
corrisponde a quello che in fotografia è la riproduzione meccanica del reale, e
lo confina per sempre nella categoria dei resoconti giornalistici, mentre la
libertà di ispirazione dell'autore di "romances" gli permette di
librarsi a ben diverse altezze, dato che i tre elementi essenziali nell'arte
letteraria sono fantasia, fantasia e fantasia. L'arte di scrivere romanzi, in
ogni caso, è defunta da tempo in ogni luogo, tranne che in Russia, dove
incomincia adesso. Pace alle sue ceneri, alcune delle quali hanno una buona
quotazione sul mercato.
rugiada (s.f.) - Leggera traspirazione notturna
della superficie terrestre inventata per nutrire i teneri mirtilli e i poeti
sospirosi. Spruzzata di latte di capra e whisky, è il bersaglio favorito dei
sermoni di propaganda antialcolica irlandese, che possono a loro volta esserne
influenzati.
rumore (s.m.) - Un puzzo che disturba l'orecchio
ovvero una musica non addomesticata. E' comunque il prodotto principale e il
segno distintivo della nostra civiltà.
ruota di tortura - Tecnica di persuasione un tempo
molto usata per convincere i seguaci di una falsa religione ad abbracciare la
verità vivente.
***
S
saccheggiare (v. tr.) - Impossessarsi di proprietà
altrui senza osservare le abituali reticenze tipiche del furto più
tradizionalmente praticato.
sacerdote (s.m.) - Un uomo che si assume la cura
della nostra vita spirituale per migliorare le condizioni della sua vita
temporale.
sacramento (s.m.) - Cerimonia religiosa solenne cui
vengono attribuiti notevole autorità e vari possibili significati. La Chiesa di
Roma annovera sette sacramenti, mentre quelle protestanti, meno prospere,
pensano di potersene permettere soltanto due, e di santità ridotta. Alcune fra
le sette più piccole addirittura non hanno sacramento alcuno, e per questa loro
meschina economia saranno senza dubbio soggette alla dannazione eterna.
sagra (s.f.) - Festività religiosa di solito celebrata
abbandonandosi alla ghiottoneria e alla ubriachezza. Tali celebrazioni sono
spesso dedicate a un sant'uomo che si è distinto per una rigida astinenza.
salsa (s.f.) - Segno inconfondibile di civiltà e di
cultura. Un popolo senza salse ha mille vizi. Un popolo con un'unica salsa ne
ha soltanto novecentonovantanove.
sanità mentale - Condizione che precede e segue
immediatamente l'assassinio.
santo (s.m.) - Peccatore morto, riveduto e corretto.
satira (s.f.) - Genere antiquato di composizione
letteraria in cui vizi e follie dei nemici personali dell'autore venivano
presentati con una tenerezza un po' lacunosa.
satiro (s.m.) - Una delle poche figure della
mitologia greca che trovi riscontro in quella ebraica ("Levitico",
XVII, 7). Il satiro
fu in un primo tempo membro di una dissoluta
comunità vagamente legata al culto di Dioniso, ma in seguito subì molteplici
trasformazioni ed evoluzioni. Non è infrequente che venga scambiato con il
fauno, una più recente e dignitosa creazione dei Romani, un po' meno antropomorfica
e più simile a una capra.
scala di Giacobbe - Scala vista in sogno da
Giacobbe. Congiungeva la terra al cielo, con angeli che salivano e scendevano.
Dal momento che gli angeli hanno le ali, la ragion d'essere di questa scala è
così poco manifesta che molti famosi commentatori hanno sostenuto che non si
trattava di una vera scala bensì di un raggio di gloria. D'altronde non si vede
perché Giacobbe dovesse sognare in modo improntato alla logica e al realismo.
scapolo (s.m.) - Un articolo che le donne, indecise
sull'opportunità dell'acquisto, tengono ancora in prova.
scappare (v. intr.) - 1. Essere chiamato
improvvisamente al capezzale di un parente moribondo e perdere il treno di
ritorno.
2. Andarsene alla chetichella, di solito portando
con sé proprietà altrui.
scarabeo (s.m.) - Lo scarafaggio sacro dell'antico
Egitto, imparentato con il nostro comune stercorario. Si credeva fosse il
simbolo dell'immortalità, per ragioni che solo Dio conosceva al momento di
conferirgli tale singolare distinzione. L'abitudine di depositare le uova in
una pallina di sterco può avergli procurato la benevolenza dei sacerdoti, e
potrà forse un giorno valergli anche la nostra ammirazione. E' vero che gli
scarafaggi americani sono di una razza inferiore, ma anche i sacerdoti di questo
paese sono di seconda scelta.
scettro (s.m.) - Bastone del comando di un re, segno
e simbolo della sua autorità. In origine era una mazza con cui il sovrano
ammoniva il suo giullare e poneva il veto alle proposte di legge ministeriali,
rompendo le ossa a chi le presentava.
scimmia (s.f.) - Animale arboreo che si trova a suo
agio sugli alberi genealogici.
scribacchino (s.m.) - Scrittore professionista le
cui vedute sono in disaccordo con le nostre.
scrittura (s.f.) - I testi sacri della nostra santa
religione, da
non confondersi con quelli falsi e profani su cui si
basano tutte le altre fedi.
scusarsi (v. rifl.) - Porre le premesse di future
offese.
seccatore (s.m.) - Persona che parla quando tu
vorresti che ascoltasse.
segale (s.f.) - Baccelli contenenti whisky.
seguace (s.m.) - Qualcuno che non ha ancora ottenuto
ciò che sperava.
senatore (s.m.) - Chi ha la fortuna di offrire di
più nell'asta dei voti.
sentimento (s.m.) - Fratellastro malaticcio del
pensiero.
senza amici - Chi non ha favori da accordare ed è
abbandonato dalla fortuna. Ha il difetto di dire la verità e di essere dotato
di buon senso.
settario (s.m.) - Persona che ha il demerito di
professare idee in netto contrasto con le nostre.
sfortuna (s.f.) - Il tipo di fortuna che non manca
mai.
signorina (s.f.) - Titolo con cui poniamo un marchio
alle donne non sposate per fare sapere che sono sul mercato.
silice (s.f.) - Sostanza molto usata nella
costruzione dei cuori umani, composta da silicio puro al 79%, ossido di ferro
al 10,25%, alluminio allo 0,25%, acqua al 10,50%. Per il cuore di un direttore
di giornale l'acqua viene comunemente omessa; per un avvocato se ne aggiunge di
più ma si provvede opportunamente a congelarla.
sindacalista agricolo - Uomo politico che mostra il
suo distintivo sotto le unghie.
sistemato (p.p.) - Dicesi di cosa o persona
collocata al suo posto secondo un ordine preciso, come ad esempio un agitatore
impiccato a un lampione.
società (s.f.) - Espediente ingegnoso per ottenere
profitti individuali senza responsabilità personali.
sofistica (s.f.) - Metodo discutibile usato dal
nostro avversario; si distingue dal nostro per un grado superiore di
insincerità e di scempiaggine.
soldato (s.m.) - Questo signore si distingue per il
bastone da maresciallo infilato nella giberna e per gli ostacoli che sbarrano
la strada alle sue speranze.
solo (agg.) - In pessima compagnia.
spirito (s.m.) - Il sale con cui gli umoristi
americani rovinano i loro piatti: dato che non ve ne mettono mai.
stampa (s.f.) - Potentissima lente d'ingrandimento.
Con l'aiuto di un «noi» e di un poco d'inchiostro trasforma lo squittio di un
topolino nel ruggito di un leone editoriale, le cui dichiarazioni si presume la
nazione segua con reverenza e fiato sospeso.
stima (s.f.) - 1. Il grado di benevolo rispetto dovuto
a chi è nelle condizioni di renderci un servigio e non ha ancora rifiutato.
2. Quel che si paga in cambio di un beneficio.
stima di sé - Valutazione sbagliata.
storia (s.f.) - Resoconto per lo più falso di eventi
per lo più irrilevanti provocati da sovrani per lo più mascalzoni e da soldati
per lo più folli.
Stradivario (s.m.) - Tipo di violino particolarmente
costoso fabbricato nel Connecticut.
straniero - agg. Chi appartiene a un altro paese,
inferiore al nostro. s.m. Un mostro considerato con un grado di tolleranza
variabile, a seconda della sua capacità di conformarsi agli eterni valori delle
nostre opinioni e al mutare dei nostri interessi.
strega (s.f.) - 1. Donna brutta e repellente in lega
con il Diavolo a scopi malvagi.
2. Donna bella e attraente, che in malvagità
distanzia il Diavolo di una buona lega.
stupido (s.m.) - Membro della dinastia che impera e
regna nella letteratura e nella vita. Gli Stupidi fecero la loro prima comparsa
insieme ad Adamo e alla sua famiglia. Erano forti e in gran numero, e così
hanno conquistato il mondo intero. Il segreto del loro potere sta nella loro
insensibilità alle percosse. Se li solletichi con un randello, ti rispondono
con un risolino beota; sono infatti
originari della Beozia, da dove fuggirono, spinti dalla
fame, perché di fronte alla loro insipienza tutte le messi erano inaridite. Per
alcuni secoli infestarono le regioni della Filistea, da cui il nome di Filistei
che viene dato a molti di loro anche ai giorni nostri. Nei turbolenti anni
delle Crociate si ritirarono dal Medio Oriente e a poco a poco si sparsero per
tutta l'Europa, occupando la maggior parte delle posizioni chiave in campo
politico, artistico, letterario, scientifico e teologico. Da quando un loro
distaccamento giunse in America con i Padri Pellegrini del
"Mayflower" e fece un rapporto favorevole sul paese, hanno prosperato
rapidamente, aumentando il loro numero per via di nascite, immigrazioni e
conversioni. Secondo le statistiche più attendibili, il numero di adulti
Stupidi negli Stati Uniti è di poco inferiore ai trenta milioni, numero che
include ovviamente anche gli estensori delle suddette statistiche. L'epicentro
intellettuale di questa razza si trova dalle parti di Peoria nell'Illinois, ma
lo Stupido del New England è senza dubbio l'esemplare del genere più
disgustosamente virtuoso.
successo (s.m.) - 1. Fine della lotta e inizio della
delusione.
2. L'unico peccato davvero imperdonabile commesso a
danno dei propri amici.
surclassare (v. tr.) - Farsi un nemico.
surmenage (s.m.) - Malattia pericolosa che colpisce
gli alti funzionari e gli impiegati della pubblica amministrazione che
desiderano andare a pesca.
***
T
tasca (s.f.) - Culla delle nostre motivazioni e
tomba della nostra coscienza. Manca totalmente nella donna, che pertanto agisce
senza motivo. La coscienza della donna, cui non è data sepoltura, rimane viva
in eterno e confessa senza interruzione i peccati degli altri.
telefono (s.m.) - Infernale invenzione che elimina
purtroppo parte dei vantaggi inerenti alla saggia abitudine di tenere a
distanza le
persone sgradevoli.
telescopio (s.m.) - Strumento che sta all'occhio
come il telefono sta all'orecchio, e che permette a oggetti remoti di
infastidirci con una quantità eccessiva di dettagli inutili e irrilevanti. Ma
almeno non ha, come il telefono, un campanello che suona per convocare le
vittime al sacrificio.
temerario (agg.) - Dicesi di chi è stato sfortunato
nell'esecuzione di un atto coraggioso.
tempo (s.m.) - Il clima del momento, permanente
argomento di conversazione fra persone che in realtà non se ne interessano affatto,
ma hanno ereditato la tendenza a parlarne da antenati arborei per i quali, non
avendo essi l'abitudine di portare abiti, si trattava di una cosa estremamente
importante. L'istituzione di centri meteorologici nazionali e l'efficienza con
cui continuano a propalare le loro abituali menzogne dimostra che persino i
governi sono sensibili ai condizionamenti ereditari che ci provengono dai
nostri progenitori della giungla.
teosofia (s.f.) - Antica fede dotata di tutte le
certezze della religione e di tutto il mistero della scienza. Come i Buddisti,
i moderni teosofi sostengono che l'uomo vive un numero incalcolabile di volte
sulla terra, e in una serie pressoché infinita di corpi, dato che una sola vita
sarebbe troppo breve per consentirci un completo sviluppo spirituale: in altre
parole, una sola "chance" non sarebbe sufficiente a renderci buoni e
saggi come vorremmo essere. Quando si arriva a un grado assoluto di saggezza e
di bontà, si raggiunge la perfezione, che secondo i perspicaci teosofi tutti
possono conquistare prima o poi se desiderano veramente migliorarsi. Gli
osservatori meno esperti tendono a escludere da tale evoluzione spirituale i
gatti, nei quali non si nota nessuna sostanziale differenza nella bontà e nella
saggezza rispetto agli anni scorsi. Forse proprio per questo la più illustre e
opulenta fra i recenti teosofi era Madame Blavatsky, che non aveva gatti.
tesoro (s.m.) - Lo diciamo della persona di sesso
opposto quando incomincia a rivelarsi una gran seccatura.
tomba (s.f.) - 1. Luogo in cui vengono deposti i
morti in attesa dell'arrivo degli studenti in medicina.
2. La casa dell'Indifferenza. I sepolcri sono oggi
circondati da un
certo rispetto, ma quando sono abitati da molto
tempo non si considera peccaminoso o sacrilego spalancarli e saccheggiarli,
almeno da quando l'illustre egittologo professor Huggyns ha spiegato che una
tomba può essere tranquillamente ripulita se l'inquilino ha smesso di emanare
cattivo odore, segno infallibile che l'anima è ormai del tutto svaporata. Tutti
gli archeologi accettano ormai questa opinione, con grandi vantaggi per la
nobile scienza della Curiosità.
tradire (v. tr.) - Ripagare per la fiducia
accordata.
trichinosi (s.f.) - La risposta dei maiali a chi
propone la porcofagia.
trincare (v. tr.) - Sbronzarsi, sbevazzare,
ingurgitare o ingollare alcolici, bere come una spugna, eccetera. Abitudine
disdicevole per il singolo, mentre le nazioni più dedite alla nobile arte del
bere sono all'avanguardia della civiltà e della potenza. Di fronte ai cristiani
più amanti dell'alcool, i poveri e astemi maomettani cadono come le spighe
davanti alla falce; in India, centomila bevitori di brandy riescono a tenere in
pugno duecentocinquanta milioni di vegetariani astemi, che pure appartengono
alla loro stessa razza, quella ariana; e con quale eleganza e rapidità
l'americano dedito al whisky è riuscito a espellere dai suoi possedimenti il
temperato spagnolo! Dai tempi in cui gli invasati guerrieri vichinghi mettevano
a ferro e fuoco le coste occidentali d'Europa e poi si addormentavano ubriachi
in ogni porto saccheggiato, si è capito una volta per tutte che i popoli più
bevono e meglio combattono, senza troppi scrupoli legalitari e "fair
play". Si può dunque valutare quanti vantaggi siano derivati alla potenza
militare degli Stati Uniti dalle meritorie imprese delle vecchie signore che
sono riuscite a eliminare la cantina dalle dotazioni militari.
Trinità (s.f.) - Nelle forme tendenzialmente
politeiste di certe sette cristiane, tre divinità interamente distinte
combinate in una sola entità. Le divinità di livello inferiore o semidivino,
come angeli o demoni, non sembrano dotate di analoghe facoltà combinatorie, e
devono accontentarsi di forme di culto o di esorcismo squisitamente
individuali. Si tratta, in effetti, di uno dei misteri più sublimi della nostra
santa religione, e
respingendola per la sua incomprensibilità gli
Unitariani tradiscono la miseria e l'inadeguatezza dei loro fondamenti
teologici. In qualsiasi religione si crede a ciò che non si capisce, salvo nei
casi di una dottrina comprensibile che ne contraddice una del tutto oscura: in
tali casi si accetta la prima come parte integrante della seconda.
trovatello (s.m.) - Bambino che si è sbarazzato dei
genitori, giudicandoli non all'altezza delle sue condizioni e delle sue
prospettive.
trust (s.m.) - Nel gergo politico degli Stati Uniti
è una grossa compagnia composta in gran parte di onesti lavoratori, piccoli
risparmiatori, vedove con pochi mezzi, orfani affidati alla tutela delle corti,
e altri malfattori e nemici pubblici di tal genere.
tutto (agg. sost.) - Fino all'ultimo centesimo,
tranne quello che si è tenuto per sé.
***
U
ubiquità (s.f.) - Dono o facoltà di trovarsi in
tutti i luoghi nello stesso momento, ma non in ogni luogo in ogni momento:
questa è onnipresenza, attributo che appartiene solo a Dio e all'etere
luminoso. Questa importante distinzione fra ubiquità e onnipresenza non era
molto chiara alla Chiesa medioevale, e per tale motivo ci fu un grande
spargimento di sangue. Certi Luterani, che sostenevano la presenza del corpo di
Cristo ovunque, erano noti come Ubiquitariani. A causa di questo errore saranno
finiti senz'altro all'Inferno, perché il corpo di Cristo è presente solo
nell'Eucaristia, anche se è peraltro vero che tale sacramento può essere
celebrato in più luoghi simultaneamente. In tempi più recenti, l'ubiquità non è
stata sempre ben compresa, neppure da Sir Boyle Roche, per cui un uomo non può
trovarsi in due luoghi contemporaneamente a meno che non sia un uccello.
uccidere (v. tr.) - Creare un posto vacante senza
creare un successore.
ultimatum (s.m.) - In diplomazia, è l'ultima
richiesta prima di passare alle concessioni.
umiliazione (s.f.) - Il comportamento più normale e
opportuno di fronte a persona ricca e/o potente. Dicesi particolarmente di impiegato
che si rivolge al datore di lavoro.
universalista (s.m.) - Chi nega i vantaggi
dell'Inferno alle persone di altra fede.
untuoso (agg.) - Viscido, sfuggente, lubrificato.
Una volta Disraeli descrisse i modi del vescovo Wilberforce come «untuosi, oleosi
e saponacei» e il buon prelato da quel giorno in poi fu sempre conosciuto come
Sam l'Insaponato. Per ogni uomo, infatti, si può trovare nel dizionario un
termine che gli aderisca come una seconda pelle: basta che i nemici e i maligni
abbiano un po' di pazienza.
uomo (s.m.) - Un animale talmente preso dalla rapita
contemplazione di ciò che pensa da perdere di vista quello che dovrebbe essere
realmente. La sua occupazione principale è lo sterminio, non solo degli altri
animali, ma anche della sua stessa specie: la quale, tuttavia, si moltiplica
con tale tenacia, insistenza e rapidità da infestare l'intero mondo abitabile
nonché il Canada.
urbanità (s.f.) - Il genere di civiltà che gli
studiosi di urbanistica attribuiscono agli abitanti di tutte le città, esclusa
New York.
Urì (s.f.) - Grazioso essere di sesso femminile, che
abita il Paradiso dei Maomettani per la delizia dei buoni Musulmani. Tale
credenza provoca il fiero risentimento delle spose terrene di questi ultimi,
che vengono ritenute prive di anima immortale. Non risulta infatti che le buone
signore abbiano grande stima delle Urì.
***
V
vendicare (v. tr.) - Nel linguaggio moderno,
significa ottenere soddisfazione di un'offesa imbrogliando chi l'ha inflitta.
venerazione (s.f.) - L'atteggiamento spirituale di
un uomo verso Dio e di un cane verso un uomo.
verità (s.f.) - Ingegnoso miscuglio di apparenze e
utopia. La scoperta della Verità è l'unico scopo della filosofia, che a sua
volta è la più antica forma di occupazione della mente umana, e ha ottime
possibilità di sopravvivere incrementando la sua attività sino alla fine dei
tempi.
veritiero (agg.) - Ottuso, stolto, analfabeta.
vezzeggiare (v. tr.) - Prendere sulle ginocchia un
bambino che non può difendersi, e fargli traballare i teneri dentini in un
trasporto di affetto. Anche una ragazza ben sviluppata può subire un analogo
oltraggio, ma i suoi denti sono ormai perfettamente saldi, quindi non ha senso
farlo; gesti simili sono dovuti soltanto alla forza di un'abitudine acquistata
nella cura dei neonati e dei lattanti.
vigliacco (agg.) - Chi, nell'emergenza del pericolo,
pensa con le proprie gambe.
vino (s.m.) - Succo d'uva fermentato che le signore
della Lega Cristiana per la Temperanza chiamano a volte «liquore» e altre volte
«rum». Le buone signore non sanno che il vino viene al secondo posto fra i doni
più preziosi che Dio abbia fatto all'uomo.
violino (s.m.) - Strumento per infastidire le
orecchie umane con la frizione esercitata da una coda di cavallo sulle viscere
di un gatto.
vita (s.f.) - La salamoia spirituale che preserva il
corpo dalla decadenza.
vituperio (s.m.) - La satira come viene messa in
pratica dagli ignoranti e da tutti coloro che soffrono di gravi deficienze di
intelligenza e di umorismo.
volantino (s.m.) - Un piatto di menzogne fumanti,
con contorno di gelide verità.
volgo (s.m.) - Coloro che, in regime repubblicano,
esercitano autorità suprema, temperata da elezioni fraudolente. Il volgo è come
il sacro Simurgh delle favole arabe: onnipotente purché non faccia nulla. Si
tratta di un termine della lingua aristocratese, e non ha
l'esatto equivalente nella nostra, ma potrebbe
approssimativamente tradursi con «maledetti porci».
voto (s.m.) - Simbolo e strumento della facoltà che
ha ogni libero cittadino di dimostrarsi uno sciocco e di rovinare il proprio
paese.
***
W
Wall Street - Simbolo del peccato che viene
debitamente stigmatizzato da tutti i peccatori in circolazione. Che Wall Street
sia un covo di ladri è un credo ben radicato, e sostituisce la speranza del
Paradiso per tutti i ladri e i disonesti falliti del paese.
***
Z
Zanni (nome proprio m.) - Popolare maschera della
Commedia dell'arte, che imitava con ridicola incompetenza il buffone o clown,
risultando così la scimmiottatura di una scimmia. Il buffone a sua volta
imitava i personaggi «seri» della vicenda. Progenitore del moderno specialista
di "humour", come oggi abbiamo la sventura di conoscerlo, lo Zanni è
un esempio perfetto dei meccanismi della creazione, almeno quanto l'umorista lo
è dei sistemi di trasmissione. Un altro ottimo esemplare contemporaneo dello
Zanni può trovarsi nel curato, che imita il rettore, il quale copia il vescovo,
mentre quest'ultimo scimmiotta l'arcivescovo e questi segue scrupolosamente le
orme del diavolo.
zanzara (s.f.) - Il germe dell'insonnia, da
distinguersi comunque dalla coscienza, che è il bacillo della stessa malattia.
zelo (s.m.) - Malattia nervosa che colpisce talvolta
i giovani e gli inesperti.
zenit (s.m.) - Punto della volta celeste che si
trova perpendicolarmente sopra un uomo ritto in piedi o un cavolfiore in
crescita. Un uomo a letto o un cavolfiore che si trovi nella pentola non
risulta dispongano di uno zenit, anche se su questo aspetto della questione ci
sono state accese discussioni fra gli esperti, taluni dei quali (detti
Orizzontalisti, in opposizione ai Verticalisti) sostenevano la totale
irrilevanza della momentanea posizione del corpo. L'eresia orizzontalista è
stata alfine estinta da Xanobus, re-filosofo di Abara e convinto Verticalista.
Recatosi presso un'assemblea che dibatteva appunto il problema, Xanobus scagliò
una testa tagliata ai piedi dei suoi avversari, sfidandoli a determinarne lo
zenit, e informandoli che il corpo da cui era stata staccata era appeso per i
piedi all'esterno della sala. Riconoscendo nella testa rotolante quella del
loro capo, gli Orizzontalisti si affrettarono a dichiararsi pronti alla
conversione, e accettarono lealmente le opinioni della Corona. L'Orizzontalismo
segnò così il suo tramonto definitivo.
zingara (s.f.) - Persona che desidera predire la
vostra fortuna ricevendone in cambio una piccola fetta.
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