lunedì 3 marzo 2014

Sogno di un palpito mai nato

Adoro guardarti mentre dormi, in genere sei il concentrato di tutto quello che di buono c’è al mondo ma così mostri la parte più pura di te, come se distrattamente lasciassi aperto quello sportello della credenza dove si tenevano le cose proibite, tipo la nutella o le caramelle gommose.
E quanto sei bella, mi basta osservarti per capire dove vanno a finire tutte quelle stelle cadenti con il loro carico di desideri.
Ti respiro a pieni polmoni, mi inebrio di te, che poi non ho mai capito come il tuo shampoo abbia tutto un altro odore dentro la bottiglietta, usandolo lo mescoli con i tuoi pensieri, sarà questo il segreto?
Poi ad un tratto, come se percepissi il mio sguardo, fai uno sforzo immane e con mezzo occhio aperto mi chiedi;
- Perché non dormi?
- Si che dormo, sto sognando addirittura…
- Uffa, ma che hai?
- Paura di svegliarmi anima mia, tutto qui.
Eccoti qua, tanti anni persi a cercarti e sei sempre stata qui, a metà strada fra un sorriso e un mal di pancia.
Era da tanto che non sentivo più il cuore battere, riflettendoci probabilmente non lo avevo mai sentito, non così comunque, a volte mi fa quasi paura pensa un po’.
Forse mi ero fin troppo abituato a quella assurda apatia dello stagno o forse dopo tanti dolori mi ci ero rifugiato per legittima difesa, però ci stavo bene, vallo a capire, quel che è certo è che di tutto mi sarei aspettato tranne che una vera principessa capitasse da quelle parti.
Ora quasi esito a mostrarmi alla gente, temo che questa mia infinita felicità mi si possa leggere in viso e apparire ridicolo ai loro occhi, del resto quello sguardo da duro altro non era che un ponte levatoio, ma quanto ci stavo male… a volte mi capitava di svegliarmi in piena notte e non riuscire più a riprendere sonno, sentivo come se un’angoscia pesantissima avesse preso il posto delle coperte, solo che al contrario di loro questa non riuscivo proprio a levarmela di dosso, l’unica sarebbe stata lasciare lì il corpo e fuggire, fra quelle lenzuola mal frequentate la sera e disabitate il mattino dopo.
Adesso ho capito che quell’angoscia era solo il frastuono che proveniva dal ripostiglio dell’anima, quel sottoscala dove ci ficchi le cose che non usi più, io lì ci avevo messo tutti i miei sentimenti più puri, tutte quelle parole che non avrei mai più pronunciato, gesti e sguardi che non sentivo più miei, li avevo gettati lì alla spiccia e nella fretta di disfarmene mi ero scordato di ammazzarli, magari mi illudevo che così facendo in qualche modo li avrei annichiliti, invece no, tutta quella roba la dentro era stranamente viva e scalpitava per uscire, ma anche volendo avrei dovuto prima ricordare dove avevo messo la chiave, ora non so come la ritrovo in mano tua.
Credo che in tutto questo ho fatto il solo errore di chiudere quella porta, più o meno come quando sbagli il primo bottone della camicia, tutto il resto poi è solo una valanga di effetti collaterali.
Poi all’improvviso sei arrivata tu a sistemarmi vita e camicia, mi sei finita nel cuore proprio quando non riuscivo più a fare a pugni con quella lacrima, sei arrivata con i tuoi colori e hai ridipinto questo mio mondo ormai sbiadito.
E questa volta non si tratta della solita scialba cottarella, quell’intrigato complesso di effimere reazioni chimiche da imputare a ferormoni, testosterone e compagnia bella.
Mi sa che ti amo davvero, ti amo perché sto bene con te ma anche con me stesso.
Ti amo perché con te non c’è nulla che non farei, nulla di cui non parlerei.
Ti amo quando cerchi protezione fra le mie braccia, quando apri le tue per darne a me.
Ti amo perché conosci gli anfratti più tetri della mia anima e li accetti.
Ti amo perché con te riderei di qualsiasi cosa per un’intera settimana e sarebbe la cosa più normale al mondo.
Ti amo perché quando ti metti in ghingheri sei stupenda, ma la mattina appena sveglia lo sei ancor di più.
Ti amo perché hai un modo tutto tuo di trasformare in sorriso quel broncio dopo una litigata.
Ti amo perché tu per me sei tutto ma non l’alternativa al niente, perché con te io sono l’alfa e l’omega dell’intero universo.
Ti amo perché la serenità che mi infondi dilata il tempo e lo spazio intorno a me, ed io ci sto così bene dentro, come quando si indossa un vestito cucito su misura.
Ti amo perché, anche se riduttivo, non conosco altro modo per esprimere quello che provo per te.
Ti amo perché se dovessi morire in questo istante saprei di non aver vissuto invano.
Rivivo mille volte al giorno l’attimo in cui ti ho vista per la prima volta, ricordo di come goffamente sono inciampato in quel tuo sorriso per poi cadere a capofitto dentro i tuoi occhi e non riuscire più ad uscirne.
E quel primo bacio, fu come se lo avessi bramato da tutta la vita, mi capita ancora oggi, mi succede ogni volta.
Ricordo di come ti ho riconosciuta al volo tra la folla, eri diversa dagli altri, eri… semplicemente tu.
Tu con quella tua mania di litigare sempre per niente e ridere di tutto.
Tu con quel tuo modo di saper essere donna sempre e comunque.
Tu con quella tua grazia nel sapermi passeggiare dentro l’anima in punta di piedi.
Tu che hai saputo costruire una casa a questo cuore dromomane.
Tu che hai saputo togliermi dalle spalle quella soma di rabbia e fame.
Tu che hai saputo strapparmi ad una realtà che non mi apparteneva, intrappolato in una sorta di bolla spazio/temporale destinato a rivivere in eterno lo stesso inutile giorno per portarmi nella tua dove anche il tempo scorre in maniera diversa.
Tu, elegantemente testarda, selvaggia, femmina.
Tu che sei tu e basta e nient’altro in questo mondo ti assomiglia anche se ogni singolo atomo è una strada che porta a te, a quella vita che è stata lontana dalla mia vita per troppo tempo.
E mi piace pensare che in tutto questo tempo non ci siamo trovati semplicemente perché ci stavamo preparando l’uno per l’altra.
Mi piace pensare che non ti avrei riconosciuta se ti avessi incontrata un anno, un mese o addirittura una settimana prima, sei arrivata nel momento giusto, nell’attimo esatto in cui avevo in mano il tuo identikit.
Mi piace pensare che questa notte non finirà mai, ma non è così e prima o poi quella sveglia suonerà.
Mi piace pensare che tu sia lì da qualche parte a far galleggiare l’anima su questi stessi sogni.
Mi piace pensare che tu esisti anche se non ho più la forza di cercarti.

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