lunedì 3 marzo 2014

Tenimmoce accussì, anema e core….

“Non ci credo che non ci sia niente dopo la morte, sarebbe un grande spreco…”
Questa e qualche delirante nostalgia del duce sono le frasi che sento più spesso in giro, io credo invece che lo spreco più grande sarebbe quello di non avere il coraggio di sapersi godere quel breve intervallo che va dalla nascita alla morte, quella capacità di saper riempire ogni attimo di vita e non la vita di attimi.
Ma purtroppo per loro c’è ancora gente che vede la vita come un adito, una ammissione verso chissà quale altra dimensione, come una di quelle vasche a passaggio che ti separano da certe piscine pubbliche.
Qualche anno fa lavoravo con e per un tipo eternamente a dondolo fra la sua realtà e la crisi mistica di turno, questo, pur conoscendo il mio radicato e radicale ateismo anarchico, c’aveva sta strana passione di venirmene a raccontare una al giorno…. nzomma, più che strana passione direi normalissimo masochismo perché era pienamente consapevole di come per imbecille lo avrei preso e per psicolabile lo avrei lasciato, ma lui era de coccio e un giorno mi raccontava di come l’esperienza del cammino di Santiago lo aiutò in un momento particolarmente complicato della sua vita, un altro giorno mi spuntava dicendomi di percepire ste strane presenze intorno a lui… cose così !
Un bel dì però mi fece una rivelazione che cambiò radicalmente la mia visione della morte, ricordo ancora quelle parole, quella discussione su come alcuni scienziati (che sinceramente vorrei tanto invitare a cena) riuscirono non solo a provare che l’anima esiste ma che per giunta, con l’ausilio di chissà quali sofisticatissime attrezzature, ne stabilirono anche il peso… 21 grammi netti, anche se onestamente suppongo abbiano pesato quella di un credente, perché la mia non credo vada al di sotto dei 15 kg.
Da quel giorno mille dubbi hanno sempre funestato la visione della mia dipartita, da sempre contrario a cimiteri e riti tribali di contorno, ho di conseguenza prediletto la cremazione alla sepoltura… e qui mi partono i primi dubbi.
Vabbè, il corpo lo sappiamo come fanno, te lo infilano in un forno e… Biiii, mu scuddai !! Ma l’anima? Ora… se quella di un buon cristiano sale direttamente in paradiso senza passare dal via, se quella di un buddhista continuerà a rimbalzare in uno strano flipper chiamato samsara, con la mia che ci faranno? Me la mettono dentro un palloncino in attesa magari di un’illuminazione postuma, e se l’illuminazione non arriva?
Oramai la legge mi permette di farci quello che voglio con le ceneri, le spargo in mare, ci faccio il terriccio per le Nepenthes, me le tengo in cucina insieme agli aromi, ma con sto palloncino che ci faccio?

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