lunedì 3 marzo 2014

The thin ice

Una delle mie tante proiezioni della coppia perfetta è quella di due atleti di pattinaggio di figura.
Due corpi, o per meglio dire… due anime che si muovono all’unisono, in perfetta sinergia su delle lame sottili e su un terreno oltremisura scivoloso.
Ma non è questo che monopolizzava i miei pensieri oggi bensì il rovescio della medaglia, passiamo la nostra intera esistenza a danzare su delle note scelte da altri nella maggior parte dei casi e troppe volte su di una superficie che nasconde mille insidie, ma siamo lì… ci sentiamo comunque in dovere di fare quel ballo, farlo bene e in fretta perché c’è il prossimo che ci aspetta, burattini da frigorifero è l’unica definizione che mi viene in mente.
E se ci rifiutassimo? Chissà quanta altra gente ferma lì ad osservarci potremmo scorgere, gente che ha capito prima di noi, gente che aspettava e sperava in una nostra rivelazione.
Nell’esatto istante in cui quegli sguardi si incrociano nasce una nuova consapevolezza, si risveglia una coscienza dormiente e ci ricorda che non siamo entità statiche ma esseri pensanti in continua evoluzione, realizziamo che la consistenza di quello strato di ghiaccio non è poi così alta, notiamo delle buche che mai avevamo visto prima, notiamo che tanta gente che aveva iniziato a ballare con noi non c’è più, sparita chissà dove.
Adesso però abbiamo il potere di ricolorare quel mondo, danzare su un’altra musica scritta apposta per noi, e anche se fossimo gli unici ad andare fuori tempo su quella pista affollata saremmo comunque noi, da soli o in coppia ma indiscutibilmente senza maschere e senza fili.Noi e quella benedetta maledizione dello spirito libero.

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